Australia, da sogno a incubo: "Noi sfruttati
nei campi 11 ore senza andare al bagno"

Australia, da sogno a incubo per gli italiani: "Noi sfruttati ​nei campi, 11 ore senza andare al bagno"

di Simone Pierini
"Me ne vado in Australia". Solitamente questa frase è accompagnata da tanta invidia per chi vede un amico partire verso il continente oceanico.

Ma è tutto oro ciò che luccica da così distante? Sembrerebbe di no, soprattutto per chi sceglie l'Australia per una vacanza-lavoro con un visto temporaneo di un anno.



Per confermarlo è necessario rendersi utili in attività che siano "produttive per il Paese", quindi la maggior parte di essi è costretto a lavorare nelle farm. Gli italiani che sono volati in Australia sono circa 15mila e dai racconti emersi sono molti i casi di sfruttamento e abusi. "Ci fanno lavorare nei campi in orari assurdi, anche di notte e per ore consecutive senza pause, nemmeno per andare in bagno". Hanno raccontato diversi ragazzi inglesi ad una televisione locale.



Lo conferma al Corriere della Sera anche Mariangela Stagnitti, presidente del Comitato italiani all’estero di Brisbane. "In un solo anno ho raccolto 250 segnalazioni fatte da giovani italiani sulle condizioni che avevano trovato nelle farm australiane. Alcune erano terribili", spiega la Stagnitti. "Un ragazzo è scivolato ed è caduto giù, ferendosi gravemente - prosegue ancora - L’ospedale mi ha chiamata perché il datore di lavoro sosteneva che aveva fatto tutto di sua iniziativa".



"Alcuni datori di lavoro pagano meno di quanto era stato pattuito e - dice la Stagnitti - se qualcuno protesta, minacciano di non firmare il documento per il rinnovo del visto. Altri invece fanno bonifici regolari per sembrare in regola, ma poi obbligano i ragazzi a restituire i soldi in contanti. E poi ci sono i giovani che accettano, semplicemente, di pagare in cambio di una firma sul documento". Ma non sono in molti ad avere il coraggio di ribellarsi. "Quando mi chiedono cosa fare - spiega - io consiglio loro di non accettare quelle condizioni e di chiamare subito il dipartimento per l’Immigrazione, ma i ragazzi non lo fanno perché hanno paura di rimetterci. Tanti mi dicono che ormai sono abituati: anche in Italia, quando riuscivano a lavorare, lo facevano spesso in nero e sottopagati".



Ma la denuncia delle ragazze inglesi alla tv ha fatto drizzare le orecchie al governo dello stato di Victoria che ha aperto un'inchiesta a tal proposito.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Maggio 2015, 11:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA