Attentato a Nizza, gli hotel trasformati in ospedali: nelle hall feriti e disperazione

Gli hotel trasformati in ospedali: nelle hall feriti e disperazione

di Rachele Grandinetti
La Gendarmerie Nationale ha invitato il popolo dei social a non pubblicare foto e video delle strade di Nizza. Ma la voglia di condivisione sale anche in questi momenti, come un modo di sentirsi più vicini a chi ha ancora l'orrore negli occhi. Così, su Twitter compare un'immagine che ritrae i feriti distesi per terra, sotto shock.

Alban Mikoczy ha descritto la scena in diretta: "Nella hall dell'hotel Negresco trasformata in ospedale, i testimoni sono attesi per essere ascoltati dagli investigatori". L'albergo, tra i simboli di Nizza, domina la Promenade des Anglais e proprio qui si è consumato lo scontro in cui è rimasto ucciso l'attentatore. Mentre il bilancio delle vittime sale a 77, la gente di Nizza, uscita per assistere allo spettacolo dei fuochi d'artificio in ricordo della presa della Bastiglia, ricompone i pezzi e comprende la portata dell'attacco. C'è chi non ha visto con i propri occhi il camion sparare sulla folla ma ha vissuto lo scompiglio senza rendersi conto di quanto si stava consumando a pochi passi.

Come Paul La Fontaine, il turista che ha descritto su Twitter le strade in tilt e il panico e raccontato all'Huffington francese quello che ha vissuto insieme alla famiglia: "I fuochi d'artificio stavano per finire; eravamo sulla spiagga all'altezza di Place Massena, stavamo per rientrare a casa.

C'erano circa 100mila persone, non c'era posto a sedere, abbiamo cercato di recuperare l'auto nel centro della città, quando improvvisamente abbiamo visto sette poliziotti correre verso di noi dicendo che c'era un camion sulla spiaggia, ci hanno detto di tornare a casa e prendere i bambini. Il panico è esploso, abbiamo visto gente correre nei sensi opposti ai cartelli, non sapendo dove andare abbiamo preferito sdraiarci per terra pensando fosse la migliore soluzione in caso di spari.

In quel momento non sapevamo la gravità dell'attacco nè la sua natura; quando la gente ha iniziato a riversarsi per strada i commercianti hanno chiuso i negozi, ma siamo riusciti a entrare in una creperie. Il proprietario aveva paura che fossimo armati, era isterico: ha urlato contro i figli che volevano uscire dal ristorante. Ad un certo momento abbiamo visto la gente camminare più tranquillamente e siamo usciti anche noi. Una volta in macchina siamo rimasti imbottigliati ma poi siamo riusciti a uscirne, solo in quel momento, accendendo la tv, ci siamo resi conto di quello che era successo".
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Luglio 2016, 09:09
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