Addio a Nadine Gordimer, l'africana bianca che ha
speso una vita tra letteratura e lotta all'apartheid

Addio a Nadine Gordimer, l'africana bianca che ha speso una vita tra letteratura e lotta all'apartheid

di Federica Gramegna
ROMA - Un'africana bianca. Nadine Gordimer amava definirsi cos. Anche lei, come la protagonista del suo primo libro, I giorni della menzogna (1953), aveva avuto un'infanzia difficile, in un Paese devastato dall'apartheid. Questa donna, tanto energica quanto minuta, ha fatto della lotta contro il fanatismo di colore una battaglia personale, e letteraria, che l'ha resa una delle pi celebri scrittrici dei nostri tempi.





Premio Nobel nel 1991 e grande amica di Nelson Mandela, la Gordimer lo scorso marzo aveva annunciato di avere un tumore al pancreas, che l'ha poi costretta a dire addio alla scrittura. «Scrivere mi fa stare male e sono troppo critica verso il mio lavoro», aveva detto.



La Gordimer se n'è andata a novant'anni, nella sua casa di Johannesburg, lasciando attorno a sé un vuoto difficile da colmare. Nel 1974 vincitrice del Booker Prize, nel 2002 del Premio Internazionale Primo Levi e nel gennaio 2007 del Premio Grinzane Cavour per la Letteratura, il suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è Ora o mai più, (Feltrinelli) nel 2012. Del 2014 è invece Racconti di una vita. Il 15 ottobre uscirà Tempi da raccontare, una raccolta di saggi che testimoniano il suo impegno contro l'apartheid.



Dario Fo, di lei ha detto: «Sapeva guardare avanti. Era presente e anche pronta a pagare di persona. Non come succede con gli intellettuali di oggi che si fanno avanti per la fama».
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Luglio 2014, 09:49
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