"Naufragio dalle coste della Libia: 400 morti".
Motovedetta spara ai soccorsi italiani in mare

"Naufragio dalle coste della Libia: 400 morti". Motovedetta spara ai soccorsi italiani in mare
Reggio Calabria - Ci sarebbero circa 400 vittime di un naufragio avvenuto a 24 ore dalla partenza dalla Libia, e tra queste molti giovani, probabilmente minori. È quanto emerge dalle testimonianze raccolte da volontari di Save the Children tra i 150 superstiti, sbarcati oggi a Reggio Calabria dalla nave Orione insieme ad altre centinaia di migranti recuperati da altre imbarcazioni.



A Reggio Calabria è arrivata la nave Orione con a bordo 670 profughi dell'Africa subsahariana, tra i quali i 144 migranti ripescati in mare ieri dagli uomini della Capitaneria di porto dopo che il barcone su cui viaggiavano si è rovesciato. Sulla nave stanotte la vita e la morte si sono fatalmente incrociate: mentre una giovane donna incinta non ce l'ha fatta ed è morta col suo bambino in grembo, un'altra giovane donna eritrea ha dato alla luce a bordo una bambina. I genitori entrambi eritrei l'hanno chiamata Lemlem. mamma e figlia stanno bene e sono state trasportate in ospedale per i controlli di rito. Secondo le testimonianze raccolte nelle ultime ore, le vittime del naufragio, avvenuto a 24 ore dalla partenza dalla costa libica, sarebbero 400. Tra le vittime ci sarebbero anche molti giovani, probabilmente minori. Lo rende noto Save the Children.



Il racconto sul nigeriano dilaniato dagli squali. Sul nigeriano morto e gettato in pasto agli squali i testimoni hanno riferito agli investigatori: "Lo abbiamo visto accasciarsi, ha vomitato e poi è caduto a faccia in giù al centro del gommone. Credevamo si riprendesse ma così non è stato. Appena ci siamo resi conto fosse morto, qualcuno lo voleva gettare in acqua ma i nigeriani non hanno acconsentito, dicendo lui viaggia con noi. Ad un certo punto ho visto che lo gettavano in acqua credo per il poco spazio o perché stava arrivando la barca che ci ha soccorsi".



Spari contro un guardacoste italiano. Ieri pomeriggio nelle acque internazionali è accaduto un episodio gravissimo che non potrà non avere conseguenze nel futuro.
Un guardacoste italiano stava terminando una operazione di salvataggio con il trasbordo di migranti da un barcone. A un certo punto si è avvicinata una motovedetta libica che ha aperto il fuoco e si è impossessata del barcone facendo poi rotta verso le coste libiche. Un mezzo della Marina militare ha inseguito la motovedetta raggiungendola alle otto di sera. Batteva bandiera libica, e i nostri militari non sono intervenuti. Questa motovedetta libica a quale governo risponde? Agli islamisti di Tripoli o a quello di Tobruk? Di certo, la sensazione è che quella motovedetta faccia parte dei trafficanti di «merce umana».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Aprile 2015, 10:30
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