La compravendita dell'usato vale
l'1% del Pil, è boom di acquisti online

La compravendita dell'usato vale ​l'1% del Pil, è boom di acquisti online

di Irene Soave
MILANO - Il comò di design, il telefonino, la borsa griffata. Ma anche le tutine da neonato e persino l'abito da sposa: sempre più italiani - complice la crisi, ma non solo - li comprano usati. Lo ha fatto, secondo una ricerca Doxa presentata ieri a Milano, il 44% degli italiani.





Per un giro d'affari che, stima Doxa (proiettando sulla popolazione le spese dichiarate da un campione di 1.000 intervistati), potrebbe essere anche di 18 miliardi per il 2014: quasi il doppio del business turistico stimato per Expo, l'1% del Pil. E un italiano su tre ha comprato o venduto usato online, a riprova del fatto che «la second hand economy è un cambiamento culturale, e non solo condizionato dal momento economico: secondo la ricerca lo fa per mere esigenze di budget solo l'11% degli intervistati».



Parola di Melany Libraro, general manager di Subito.it, che dichiara 100 mila nuovi annunci al giorno e dove gli oggetti più cercati sono «informatica, telefonini e arredamento». Ma anche vestiti e accessori: i marchi più cercati sono Rolex, Gucci, Hogan e Vuitton, perché è il 45% degli acquirenti a comprare usato «per godersi la leggerezza del superfluo e il lusso di poter cambiare spesso senza svenarsi». Più qualche chicca: in vendita nell'usato di Subito.it sono finiti un intero paese della Brianza, Consonno (Lecco). Ma anche (ed era un annuncio polemico dei tifosi) il Bari Calcio, abiti da sposa di nozze non proprio felicissime, e persino, giura Libraro, «una mandria di mucche, subito venduta».



E se ancora il 56% degli acquisti usati avviene offline – tra mercatini e concessionarie – è soprattutto perché molti temono il «pacco». «Ma l'e-commerce sta sviluppando sistemi per cementare la fiducia», spiega Libraro. Esempi: le «recensioni» che alcuni siti richiedono per venditori e compratori, in modo che la reputazione online inchiodi chi truffa. «Noi, ad esempio, li facciamo incontrare fisicamente. Così si può vedere la merce, e le fregature sono quasi impossibili».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Ottobre 2014, 09:24
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