Tagli alle tasse, la riduzione Irpef concentrata sui redditi medi

Tagli alle tasse, la riduzione Irpef concentrata sui redditi medi

di Luca Cifoni
La scelta politica è chiarissima: una riduzione dell'Irpef molto consistente che premi in particolare l'ampia fascia dei redditi medi. La formula tecnica è ancora da decidere, ma il lavoro di simulazione sulle varie ipotesi possibili è già iniziato. Quanto ai tempi, l'ora X era stata originariamente fissata al 2018, ma a questo punto non è nemmeno escluso che possa essere anticipata di un anno. La partita sul calendario si intreccia strettamente con quella sulle risorse necessarie, che dovranno essere trovate attraverso margini di bilancio più ampi da contrattare con l'Unione europea, oltre che con una intensificazione dell'azione di spending review.

Ieri è toccato al prudente Enrico Morando, viceministro dell'Economia, lanciare il cuore oltre l'ostacolo. «Non escluderei - ha detto - che sia possibile, se le cose dovessero andare un po' per il verso giusto, anticipare iniziative che oggi programmiamo per il 2018 al 2017». Insomma nulla è deciso, molto dipenderà da fattori esterni quali le scelte europee e l'andamento dell'economia mondiale; ma l'anticipo del taglio dell'imposta sulle persone fisiche è quanto meno un'ipotesi di lavoro, che si affianca alla decisione già presa nero su bianco per il prossimo anno, ovvero la discesa di 3,5 punti, dal 27,5 al 24 dell'Ires pagata dalle imprese.
 
L'IMPATTO
Di sicuro c'è che l'intervento, quando arriverà, sarà massiccio, tale da avere un impatto di stimolo sui comportamenti dei contribuente. Il minor gettito annuo dovrebbe avere un ordine di grandezza intorno ai 10 miliardi, se non di più; nell'ipotesi che l'operazione parta già nel 2017, l'impatto potrebbe essere naturalmente più contenuto il primo anno e poi pieno a regime. Anche l'obiettivo di politica economia è ben determinato: aliquote e scaglioni potrebbero essere riviste anche in modo radicale, ma i principali beneficiari saranno i contribuenti con reddito medio o medio-alto, al di sopra dei 25 mila euro circa.

Chi si trova al di sotto di questa soglia di immponibile è già stato raggiunto dall'operazione 80 euro, mentre per coloro che sono ancora più sotto, nella fascia dell'incapienza che va da zero a circa 8 mila euro l'anno, il sostegno dovrebbe arrivare piuttosto dagli specifici strumenti di contrasto alla povertà. Al momento non sono nemmeno previste riduzioni dell'aliquota massima, quella del 43 per cento che opera oltre i 75 mila euro di imponibile.

Le possibilità di ridisegno della curva Irpef sono diverse. Già un paio di anni fa tra gli esperti economici del Pd si ragionava su un forte ridimensionamento dell'attuale aliquota nominale del 38 per cento, che scatta già ai 28 mila euro di imponibile ed è applicata fino ai 55 mila. Un contribuente che dichiara 30 mila euro con le regole attuali ha un'aliquota media effettiva vicina al 23 per cento, addizionali regionale e comunale escluse.

Il viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, che è anche segretario di Scelta Civica, ha formulato una proposta che prevede tre sole aliquote, tra cui una del 27 per cento applicata fra i 15 mila e i 75 mila euro, proprio a beneficio del ceto medio. Naturalmente il prelievo effettivo dipenderà poi anche dalla revisione delle attuali detrazioni per lavoro e per carichi di famiglia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Febbraio 2016, 10:17
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