L'idea di Poletti: "Tagliare il cuneo fiscale
per favorire il tempo indeterminato"

L'idea di Poletti: "Tagliare il cuneo fiscale per favorire il tempo indeterminato"

di Alessandra Severini
Rendere meno costoso il lavoro a tempo indeterminato con un taglio del cuneo fiscale. È a un intervento del genere, da inserire già nella legge di stabilità di autunno, che sta pensando il governo per ridare slancio all’occupazione.

Ad anticiparlo è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «A mio parere - ha detto - il lavoro stabile dovrebbe costare all’impresa un 10% in meno del lavoro a termine nelle sue svariate tipologie». Il taglio dei contributi previdenziali in effetti ha funzionato, portando ad un incremento delle assunzioni con quello che ora si chiama contratto a tutele crescenti. Ma è pur vero che, dimezzati gli sgravi, anche le assunzioni sono tornate a calare. Così il governo sta pensando di tagliare il costo del lavoro in maniera strutturale, una soluzione che piace anche alla Commissione europea e a Bankitalia. A sentire i progetti dell’esecutivo, la legge di stabilità per il 2017 si annuncia molto corposa.

Tra le promesse, il ritocco degli scaglioni Irpef e anche quella di introdurre una flessibilità in uscita dal lavoro per le classi di lavoratori più colpite dalla legge Fornero. I sindacati lo chiedono a gran voce e si sono detti pronti allo sciopero generale se non ci saranno risposte da parte dell’esecutivo. Un incontro è previsto per martedì 24 maggio. Ma il fronte non è del tutto compatto. Cgil e Uil parlano di «sciopero inevitabile» in assenza di risposte, mentre la Cisl appare più cauta. «Con il dialogo anche la peggiore legge pensionistica riusciamo a cambiarla – ha detto il segretario generale Annamaria Furlan - Prima di parlare di sciopero dobbiamo parlare di contenuti».

Ieri intanto a scendere in piazza sono stati i sindacati dei pensionati per chiedere al governo la rivalutazione delle pensioni, la parificazione fiscale con i lavoratori dipendenti e l’estensione del bonus di 80 euro al mese già concesso ai redditi da lavoro più bassi. «Vogliamo pagare le tasse come i lavoratori dipendenti - ha detto il numero uno dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti - perché adesso paghiamo di più. E chiediamo che il bonus di 80 euro al mese sui redditi da lavoro più bassi sia esteso anche a quelli da pensione nella stessa soglia».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2016, 08:34
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