Risparmio, l'UE bacchetta l'Italia e altri
9 Stati per ritardi sulla tutela dei depositi

Risparmio, l'UE bacchetta l'Italia e altri ​9 Stati per ritardi sulla tutela dei depositi
(Teleborsa) - Bruxelles bacchetta l'Italia ed altri 9 Stati per non aver applicato la direttiva sulla garanzia dei depositi. La Commissione Europea ha infatti chiesto formalmente al Belgio, a Cipro, all'Estonia, alla Grecia, all'Italia, al Lussemburgo, alla Polonia, alla Romania, alla Slovenia e alla Svezia di applicare integralmente la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi (direttiva 2014/49/UE, DGSD). Questa direttiva, che si basa sulla precedente direttiva del 1994, migliora la protezione dei depositi. I depositanti beneficeranno di rimborsi più rapidi e di una rete di sicurezza più solida, poiché la maggiore uniformità dei requisiti di finanziamento farà sì che i sistemi di garanzia dei depositi siano prefinanziati e in grado di adempiere in modo più efficiente ai loro obblighi nei confronti dei depositanti. ”Questo - sottolinea la Commissione - è un passo avanti verso un'Unione bancaria a pieno titolo, il cui obiettivo è creare un settore finanziario più sicuro e più solido in seguito alla crisi finanziaria”. Per gli Stati membri appartenenti all'Unione bancaria, l'attuazione della direttiva sui depositi è una condizione preliminare per il futuro uso del sistema europeo di assicurazione dei depositi proposto dalla Commissione. Questo futuro sistema garantirebbe una copertura assicurativa più solida e più uniforme per i titolari di depositi all'interno dell'Unione bancaria, affinché possano fidarsi allo stesso modo della loro banca a prescindere dalla sua ubicazione. Il termine per il recepimento di queste norme nell'ordinamento nazionale era fissato al 3 luglio 2015. Tuttavia, 10 paesi dell'UE non hanno attuato tali norme nel loro ordinamento nazionale. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato. Se questi Stati membri non vi si conformeranno entro due mesi, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'UE.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Dicembre 2015, 16:35