Istat: disoccupazione giovanile 44,2%. Il dato generale cala a quota 12,3%

Istat: disoccupazione giovanile 44,2%. Il dato generale cala a quota 12,3%
Il tasso di disoccupazione in Italia ad agosto risultato del 12,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti nei dodici mesi: quanto risulta dai dati Istat diffusi oggi.



In aumento l'occupazione. Ad agosto 2014 gli occupati erano 22 milioni 380mila, in aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente (+32mila) e sostanzialmente invariati su base annua.

Il tasso di occupazione, pari al 55,7%, cresce di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima.



Disoccupati e inattivi. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 134mila, diminuisce del 2,6% rispetto al mese precedente (-82 mila) e dello 0,9% su base annua (-28mila). Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente mentre diminuisce dello 0,5% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 36,4%, cresce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua.



Disoccupazione giovanile record. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ad agosto in Italia è stato del 44,2%, in aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nei dodici mesi. Dal calcolo sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi.

Il numero di giovani disoccupati, pari a 710mila, aumenta dello 0,3% nell'ultimo mese (+2 mila) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37mila). L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all'11,9% (cioè più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è stabile nell'ultimo mese, mentre aumenta di 0,7 punti rispetto allo scorso anno. Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 372mila, in aumento dello 0,7% nel confronto congiunturale (+28 mila) e dello 0,2% su base annua (+9 mila). Il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni, pari al 73,2%, cresce di 0,5 punti percentuali nell'ultimo mese e di 0,7 punti nei dodici mesi.




Cala l'occupazione femminile. Ad agosto, su base mensile, l'occupazione aumenta tra gli uomini (+0,3%) mentre diminuisce tra le donne (-0,1%). Anche su base annua, l'occupazione aumenta con riferimento alla componente maschile (+0,5%) ma diminuisce rispetto a quella femminile (-0,8%).

Rispetto al mese precedente la disoccupazione cala sia per la componente maschile (-3,5%) sia per quella femminile (-1,4%). In termini tendenziali il numero di disoccupati cala per gli uomini,(-5,3%) mentre cresce per le donne (+4,7%).



Cnel: disoccupazione 'allargata' oltre il 30% «Nella definizione più ampia il tasso di disoccupazione» è «giunto a superare il 30% nel 2013, senza peraltro mostrare segnali di rallentamento nella prima parte del 2014». Così il Cnel nel suo ultimo Rapporto sul mercato del lavoro, allargando il campo anche agli inattivi disponibili e ai disoccupati parziali. «La crisi ha provocato un forte aumento non solo della disoccupazione in senso stretto, che si riferisce ai senza lavoro che compiono azioni di ricerca attiva, ma anche - spiega il Cnel - del numero di sottoccupati e delle persone che hanno interrotto l'attività di ricerca perché scoraggiati o perché in attesa dell'esito di passate azioni di ricerca».



I 'working poor' E talvolta chi lavora non se la passa molto meglio, basti pensate che «la quota di lavoratori a basso reddito è aumentata negli anni della crisi, superando nel 2011 i 2 milioni e 640 mila», stima sempre il Cnel analizzando l'occupazione dipendente e spiegando che la soglia di povertà sotto la quale i lavoratori sono considerati 'working poor' risulta pari a 6,9 euro l'ora. Guardando alle percentuali si tratta dell'11,7% degli occupati dipendenti. Tra gli autonomi, invece, la quota dei poveri risulta pari al 15,9%, per un totale di circa 756 mila lavoratori. Tuttavia, se confrontata con quella degli altri paesi europei, la quota di 'working poor' in Italia, risulta in generale inferiore alla media Ue 27, pari al 17%.




«Tendenze preoccupanti» «L'ipotesi di una discesa del tasso di disoccupazione ai livelli 'pre-crisi', ovvero intorno al 7%, sembra irrealizzabile perchè richiederebbe la creazione da qui al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro», rileva il Cnel, simulando diversi scenari occupazionali. «Un simile incremento potrebbe essere conseguito soltanto se si manifestasse una forte discontinuità nella crescita dell'economia italiana». Quindi, evidenzia il Cnel, «le tendenze del mercato del lavoro italiano nel medio termine delineano esiti preoccupanti».



Gli scenari Tutte le ipotesi elaborate usano gli scenari demografici dell'Istat, per cui la popolazione tra i 15 e i 67 anni nei prossimi sette anni è prevista restare sostanzialmente stabile. Perciò secondo il Cnel il rialzo dell'offerta di lavoro, stimato allo 0,4% in media all'anno, sarà «principalmente guidato dall'aumento del tasso di attività», visto in crescita, a causa dell'avanzata della partecipazione femminile e del posticipo dell'uscita dal mercato da parte dei più anziani.



Passando ai valori assoluti, «l'incremento della partecipazione si tradurrà così in un aumento dell'offerta di lavoro di circa 660 mila persone nel medio periodo». E, aggiunge, «sebbene l'incremento dell'offerta di lavoro non sia eccessivo nel periodo considerato, è necessario che sia assorbito da una sufficiente domanda affinché non si traduca in un aumento ulteriore della disoccupazione». In uno scenario in cui ci si limita a frenare l'aumento della disoccupazione sarebbe così comunque necessario un incremento dell'occupazione da qui al 2020 di 582 mila posti di lavoro. Uno scenario intermedio invece sarebbe quello in cui il tasso di disoccupazione scenda su valori intorno al 10%: «anche in questo caso si tratta però di un obiettivo che richiederebbe uno sforzo notevole, perchè comporterebbe la creazione nei prossimi sette anni di quasi 1,2 milioni di posti di lavoro aggiuntivi (pari ad un tasso medio annuo di crescita dell'occupazione dello 0,7%).

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Ottobre 2014, 19:44
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