Laureati e stipendi, Italia ultima in Europa.
Nessun paese ha più 'neet' di noi

Laureati e stipendi, Italia ultima in Europa. Nessun paese ha più 'neet' di noi

di Lorena Loiacono
ROMA - Pochi laureati e soprattutto malpagati. Le università italiane vengono snobbate e non reggono il passo con quelle straniere. Dal rapporto Ocse “Education at a glance” (che ogni anno dà i voti ai sistemi scolastici dei 34 Paesi membri) viene fuori che la vetta delle classifiche, per l'Italia, è sempre troppo lontana.



Fanalino di coda, ad esempio, per la soglia dei laureati sotto i 34 anni: secondo le previsioni, solo il 42% dei giovani si iscriverà all'università, contro una media Ocse pari al 67%.

Per il rapporto con il mondo del lavoro, il sottosegretario all'istruzione, Gabriele Toccafondi, ha sottolineato: «Stiamo potenziando gli Istituti tecnici superiori, professionalizzanti e aperti al mondo del lavoro». Per ora, però, vantano solo lo 0,2% di iscritti tra i giovani.



L'Italia è invece tristemente in vetta per la presenza di neet: i giovani tra i 20 e i 24 anni inattivi sia sul lavoro sia negli studi sono pari al 35%. Tra le cause c'è anche il fattore economico: i laureati guadagnano il 143% rispetto al 100% dei diplomati, contro una media Ocse del 160%. E così L'università italiana non attrae: nel 2013 erano iscritti 16mila studenti stranieri mentre gli italiani che frequentavano atenei all'estero erano 46mila. E non va meglio neanche sulla parità di genere: il 59% dei laureati è di sesso femminile ma solo il 37% dei docenti universitari è donna, contro una media Ocse del 41%. Poco edificanti anche i ritratti dei docenti delle scuole: troppo in là con l'età, alle superiori il 75% ha già compiuto 50 anni, e poco avvezzi alla valutazione e alla tecnologia.



Su questi punti però va inserita la riforma della Buona Scuola tuttora in via di applicazione da parte del Miur che, con 87mila assunzioni, ha abbassato l'età media dei docenti, ha inserito la valutazione e la premialità e con il piano nazionale della scuola digitale porterà la formazione hi-tech anche tra i docenti con un miliardo di euro l'anno. Un punto in più per i maschietti che, tra i banchi, rendono meglio nei test al pc che su carta.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Novembre 2015, 14:00
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