Fisco, Irpef regionale più cara
per i redditi medio-alti

Irpef regionale più cara per i redditi medio-alti

di Luca Cifoni
Per la tregua fiscale bisognerà aspettare ancora un anno. Dalla fine di questo primo mese del 2016 i sostituti d’imposta inizieranno a trattenere a dipendenti e pensionati le addizionali Irpef relative allo scorso anno, che potranno contenere variazioni rispetto a quelle applicate in precedenza: in alcune Regioni non sarà una bella sorpresa in particolare per i redditi medio-alti. E così il meccanismo delle addizionali, concretamente prelevate l’anno successivo a quello a cui riferiscono, di fatto vanificherà per quanto riguarda l’Irpef la scelta del governo di evitare ai cittadini incrementi di tributi locali, introdotta con l’ultima manovra finanziaria a corredo della cancellazione della Tasi sull’abitazione principale.

LA NORMA
Quella norma, il comma 26 della legge di Stabilità, sospende tutti gli aumenti di aliquota per il 2016, inteso come anno di competenza. Ma per quanto riguarda le addizionali Irpef, i relativi importi verranno trattenuti a rate mensili solo nel 2017: ora invece si sentono gli effetti delle decisioni precedenti di Comuni e Regioni. Tra queste ultime, ce ne sono almeno quattro che hanno mosso le aliquote in modo significativo: Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria. L’impianto di queste manovre non è naturalmente lo stesso, ma c’è un elemento comune in tutte quante: l’aumento del prelievo per i redditi medio-alti, approssimativamente al di sopra della soglia dei 35 mila euro di reddito imponibile annuo. Invece, per i contribuenti che si trovano al di sotto di questo livello, gli importi da versare restano costanti oppure diminuiscono in modo più o meno consistente.


I cambiamenti più visibili sono nel Lazio. La Regione, gravata da disavanzi sanitari e dalla necessità di saldare i debiti pregressi con i fornitori, ha dovuto portare nel 2015 il livello dell’addizionale Irpef ai massimi di legge, applicando (con l’eccezione degli scaglioni di reddito più bassi), l’aliquota del 3,33 per cento. L’anno precedente si arrivava al 2,33. C’è però un’impostante salvaguardia per i redditi medio-bassi: viene estesa fino ai 35 mila euro di reddito la soglia entro la quale è applicata l’aliquota ridotta dell’1,73 per cento e lo sconto arriva alla soglia dei 50 mila euro qualora il contribuente abbia tre figli a carico. L’effetto rispetto allo scorso anno è un prelievo che non cambia fino ai 28 mila euro, poi decresce fino ai 35 mila, quindi inizia ad aumentare in modo sempre più significativo. Un contribuente che nell’anno ha avuto un imponibile di 50 mila euro ne verserà complessivamente 1.425, ovvero 350 in più rispetto all’imposta per il 2014. Con 100 mila, l’addizionale vale 3.090 euro, con un incremento annuo di ben 850.

LE ALTRE NOVITÀ
L’impatto delle novità è più limitato in Emilia-Romagna, dove sarà applicato per la prima volta il sistema degli scaglioni. Fino ai 40 mila euro di reddito l’addizionale annua si riduce di una manciata di euro, mentre al di sopra di questa soglia il prelevo aumenta progressivamente rispetto a quello dell’anno precedente (con un maggiore esborso che sfiora i 300 euro a 100 mila euro di reddito). In Liguria il passaggio al sistema degli scaglioni, modulati su quelli dell’Irpef statale, provoca effetti differenziati: incremento del prelievo tra i 15 mila e i 28 mila euro circa di reddito, riduzione fino ai 40 mila, e poi di nuovo aumento.
Sono piuttosto rilevanti le conseguenze della manovra in Piemonte, Regione che ha avuto notevoli difficoltà di bilancio: non ci sono contribuenti che si avvantaggiano, ma il prelievo rimane stabile rispetto all’anno precedente fino ad un livello di reddito di circa 28 mila, poi sale gradualmente ma in modo via via più deciso: con un imponibile di 50 mila euro si pagano 97 euro l’anno in più, con 100 mila l’aggravio è di 569.
Il resto delle Regioni ha lasciato le aliquote dell’addizionale regionale invariate, oppure ha apportato solo ritocchi meno significativi.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Gennaio 2016, 14:35