Istat: prezzi ancora in calo, Italia in deflazione anche a settembre

Istat: prezzi ancora in calo, Italia in deflazione anche a settembre
L'Italia si conferma in deflazione. A settembre, secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,1% nei confronti di settembre 2013. «A livello tendenziale si conferma il dato negativo di agosto - dicono i tecnici Istat - anche se basso e prossimo allo zero». E' il primo dato negativo da agosto 1959: si è, dunque, in deflazione. L'inflazione acquisita per il 2014 scende allo 0,3% dallo 0,4% di agosto.



La stabilità della flessione su base annua dell'indice generale, stima l'Istat, è principalmente dovuta al fatto che l'accentuarsi della riduzione tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto) è bilanciata dalla riduzione dell'ampiezza del calo dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,9%, da -1,8% del mese precedente); le altre tipologie di prodotto confermano sostanzialmente gli andamenti tendenziali di agosto.



Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'inflazione di fondò è stabile a +0,5%; al netto dei soli beni energetici, scende a +0,3% (da +0,4% di agosto). Il ribasso mensile dell'indice generale è da ascrivere principalmente al sensibile calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,8%) - su cui incidono fattori di natura stagionale - e, in misura più contenuta, alla diminuzione congiunturale dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-0,6%).



Cnel: potere d'acquisto indietro di quasi un decennio Il potere d'acquisto dei salari «ha registrato un andamento abbastanza peculiare, con un significativo incremento nelle prime fasi della crisi e una caduta altrettanto marcata negli anni successivi, che ne ha riportato il valore sul livello della metà degli anni duemila», rileva il Cnel nel Rapporto sul mercato del lavoro. Si è quindi tornati indietro di quasi un decennio. Guardando all'intera «massa salariale» il Cnel stima una perdita complessiva del 6,7% tra il 2009 e il 2013.



È l'effetto combinato, precisa il Cnel, dell'andamento «cedente dei salari reali» sommato a un'occupazione in caduta.
Passando al 2014, l'anno in corso per il Cnel vede accentuarsi la discesa dell'inflazione, in parte per effetto del materializzarsi di un quadro quasi deflazionistico all'interno del paese, ma anche a seguito di un nuovo guadagno di ragioni di scambio
. E, sottolinea, «paradossalmente, i salari reali potrebbero registrare quest'anno una variazione positiva». Ma per il resto i prezzi in arretramento non sono un toccasana per l'economia. »Nel caso italiano l'effetto di un'inflazione a lungo molto bassa sui conti pubblici potrebbe rivelarsi dirompente«, evidenzia infatti sempre il Cnel. «La deflazione può aggravare la crisi nei paesi più indebitati perchè - spiega - i tassi d'interesse europei sono oramai prossimi a zero e, quindi, ad un'inflazione che si riduce corrisponderebbe un livello dei tassi d'interesse in aumento in termini reali».
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Settembre 2014, 15:20
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