Grecia, Tsipras sfida l'Europa: "Affronteremo
minacce e ricatti, la gente ci dà forza" -Foto
di Alessandra Severini
In un'intervista alla tv pubblica il premier Tsipras è netto: «Abbiamo fatto tutto il possibile per arrivare ad un accordo. Ora affronteremo con calma minacce e ricatti. Se vince il No al referendum forse dovremo dire addio all’euro, ma la gente ha diritto di scegliere sul proprio futuro». Tsipras è convinto che l’obiettivo dei creditori “non sia cacciarci dall'eurozona, ma cacciare il governo di uno Stato nazionale che ha il sostegno popolare. Vogliono eliminare la speranza”.
L'impressione, in effetti, è che le trattative possano ripartire solo dopo una vittoria del sì referendum, magari con un nuovo governo al posto di quello di Syriza. La Commissione europea, con il presidente Juncker ha chiesto chiaramente ai greci di votare per il sì. E anche la cancelliera tedesca Merkel ha sottolineato che da parte dell'attuale governo ellenico “non c’era una volontà per un compromesso”. Una vittoria del sì al referendum sconfesserebbe la linea del premier Tsipras e dunque porterebbe dritto alle sue dimissioni. La linea della Ue è condivisa anche dal presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, che in un tweet scrive: «Il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione Ue e Tsipras ma euro contro dracma».
I toni sono ormai diventati feroci. Durissimo è stato il discorso di Juncker contro il governo greco. «Non abbiamo proposto tagli alle retribuzioni e alle pensioni - ha detto - Mi sento tradito». Eppure c'è chi spinge per una ripresa immediata dei negoziati. Lo ha fatto Obama al telefono con Hollande e anche la Cina ha auspicato la riapertura delle trattative. Ma la strada è tutta in salita. Oggi si tenterà di riunire nuovamente l’Eurogruppo in un vertice straordinario.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Giugno 2015, 09:16
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