Svolta Fisco, cambiano i controlli:
meno oneri e più tecnologia

Svolta Fisco, cambiano i controlli: meno oneri e più tecnologia

di Luca Cifoni
Semplicità, collaborazione tra Stato e contribuente, potenziamento del ricorso alle tecnologie digitali. Nei prossimi anni la macchina del fisco italiano dovrà cambiare faccia con il duplice e ambizioso obiettivo di ridurre gli oneri per cittadini e imprese e di rafforzare la lotta all’evasione. A livello più politico, il riassetto dell’amministrazione finanziaria passa per un riequilibrio dei poteri di vigilanza sulle Agenzie fiscali, che con la riforma della pubblica amministrazione dovrebbero spostarsi dal ministero dell’Economia alla presidenza del Consiglio: anche attraverso questo passaggio Palazzo Chigi potrà consolidare i propri poteri di indirizzo politico sull’azione di governo.

IL DISCORSO
Che il tema sia centrale e urgente lo aveva sottolineato alla fine dello scorso anno il presidente della Repubblica nel suo discorso televisivo agli italiani, nel quale citando anche i dati di Confindustria rilanciava l’allarme sul peso dell’evasione fiscale. La presa di posizione di Mattarella ha rafforzato la determinazione dell’esecutivo, che del resto ha già messo in campo diversi strumenti di intervento.

Il primo è il decreto legislativo 157 pubblicato lo scorso autunno in Gazzetta ufficiale, in attuazione dei principi fissati nella legge delega di riforma del fisco. Il testo prevede appunto il riordino della macchina amministrativa, con l’obiettivo di arrivare a controlli meno invasivi, ad una maggiore collaborazione con i cittadini e le imprese e ad una maggiore efficienza organizzativa, da realizzare anche attraverso un diverso utilizzo delle risorse finanziarie.

Sul piano formale l’opera di riorganizzazione è in buona parte affidata alle stesse Agenzie fiscali, ma il governo intende fare la propria parte e per questo, quasi contemporaneamente all’entrata in vigore del decreto, ha affidato a Fondo monetario internazionale e Ocse l’incarico di fornire un proprio parere sulle priorità, tenendo conto delle migliori pratiche esistenti in campo internazionale. Una consulenza analoga era stata richiesta nel 1999 alla vigilia della riforma che portò alla separazione della macchina fiscale dalla struttura ministeriale ed alla nascita dell’attuale sistema delle agenzie (che poi sono state accorpate e sostanzialmente ridotte a due nel 2012 nell’ambito dell’azione di spending review).

Le conclusioni del Fmi sono state già recapitate al ministro dell’Economia: non mancano rilievi critici sui tempi lunghi che caratterizzano la riscossione nel nostro Paese e in generale sull’onerosità degli adempimenti: un quadro del resto già chiaro nelle classifiche internazionali degli adempimenti per le imprese (come "Doing Business" della Banca mondiale) che vedono il nostro Paese in posizione ancora molto arretrata. Quanto all’Ocse, è prevedibile che le indicazioni siano nella linea di quelle che già da tempo l’organizzazione parigina fornisce ai Paesi membri: semplificazione del rapporto con i contribuenti, rafforzamento della tax compliance, spostamento di risorse verso gli investimenti in tecnologia, eventualmente a scapito di quelle per il personale.

IL NODO
C’è un altro nodo delicato: quello dell’autonomia delle Agenzie, che sarà affrontato anche nell’ambito del decreto attuativo della Pa sul rafforzamento dei poteri di Palazzo Chigi: verranno probabilmente introdotte ulteriori modalità di indirizzo e controllo, anche se non si vuole una completa inversione di marcia rispetto al modello inaugurato quindi anni fa.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Gennaio 2016, 14:32
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