Confindustria: "La ripresa dal 2015,
ma la corruzione costa 300 miliardi"

Confindustria: "La ripresa dal 2015, ​ma la corruzione costa 300 miliardi"

di Alessandra Severini
ROMA - Il nuovo anno potrebbe cominciare bene per l'Italia. Secondo le stime del Centro studi di Confindustria, il Pil italiano nel 2015 segnerà un +0,5% e i primi segnali di ripresa saranno già visibili nel primo trimestre (+0,2%). Il Pil continuerà poi a crescere nel 2016, con un +1,1%, disegnando dunque un biennio «di graduale recupero per l'Italia», con l'uscita dalla lunga recessione.





Il dato negativo rimane quello della disoccupazione, che rimarrà a livelli record anche il prossimo anno (12,9%). Ma nell'ultimo rapporto di Confindustria l'accento viene posto sulla corruzione, che avrebbe avuto negli ultimi 20 anni un costo di 300 miliardi sulle casse statali. In pratica, calcolano a viale dell'Astronomia, è come se la corruzione abbia tolto 5mila euro ad ogni italiano.



Sono questi i numeri che spingono gli industriali a chiedere al governo un impegno serio nella lotta al malaffare, con la revisione della disciplina del falso in bilancio e l'introduzione di meccanismi di tutela dei dipendenti che denunciano episodi di corruzione. Confindustria ha inoltre annunciato che si costituirà parte civile nel processo su Mafia Capitale, con l'obiettivo di «tutelare la reputazione delle imprese e la concorrenza sul mercato».



Sul futuro dell'economia italiana pesa però la crisi internazionale, che fra il crollo del prezzo del petrolio, i rischi di un default della Russia e le incertezze sul voto presidenziale in Grecia potrebbe aggravarsi. Ieri le Borse europee hanno chiuso vicine allo zero, ma la giornata è stata molto nervosa. Il crollo del rublo e il panico strisciante nella popolazione hanno spinto la Banca centrale russa a annunciare un pacchetto di misure di emergenza, fra cui un sostegno a ricapitalizzare le banche nel 2015 in quella che potrebbe diventare una nazionalizzazione. Gli effetti si sono fatti sentire e il rublo è salito di oltre il 10% con le quotazioni a meno di 60 rubli per dollaro. Una spinta ai mercati è venuta anche dal prezzo del petrolio che è tornato a salire sopra i 60 dollari al barile.



Oggi intanto la legge di stabilità arriva alla Camera. La tassazione sui Fondi pensione non aumenterà al 20%, ma solo per le quote investite nell'economia reale e non in titoli. Le aziende che non hanno dipendenti potranno invece beneficiare del taglio dell'Irap attraverso un credito d'imposta del 10%.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Dicembre 2014, 09:53
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