Birra, i produttori: "Con l'aumento delle accise
nel 2015 si rischia il crollo del settore"

Birra, i produttori: "Con l'aumento delle accise ​nel 2015 si rischia il crollo del settore"

di Gigi Padovani

Un sorso su tre di birra va al fisco. I produttori chiedono al governo di bloccare un nuovo aumento delle accise dal 2015. Renzo Arbore 30 anni fa diceva agli italiani: «Birra, e sai che cosa bevi… meditate, gente, meditate». Ora aderisce all’appello #salvalatuabirra, che ha già 110 mila firme, lanciato sui social network da Assobirra.
In Italia vengono prodotti 13.256.000 litri di birra (circa 2 milioni quelli esportati nel 2013), dando lavoro a circa 136mila persone. Ogni italiano consuma 29,2 litri di birra all’anno.


Filippo Terzaghi è direttore di Assobirra, l'associazione che riunisce industriali e artigiani: che sta per accadere alla birra italiana?
«A gennaio 2015 potrebbe entrare in vigore il terzo incremento delle accise sulla birra, che comporterà un nuovo aumento sul prezzo, previsto tra il 2 e il 7 per cento. In tempi di crisi non è poco, per una bevanda tanto popolare, amata da sette italiani su dieci, per un totale di circa 30 litri l'anno pro-capite. Tra luglio e settembre i consumi, che sono bloccati da circa dieci anni, sono calati del 26 per cento: questo prodotto è ormai un vanto del Made in Italy grazie alle esportazioni e ai tanti micro-birrifici, quasi 500, aperti negli ultimi anni da tanti giovani».

Come funziona questa nuova tassa? Cos'è l'accisa?
«Oltre all'Iva al 18%, ben più alta che in Germania o in Spagna in Italia, c'è l'accisa. Si tratta di un valore fisso che va allo Stato, come per i superalcolici o il tabacco: è calcolata sul “grado plato”, cioè il contenuto di zuccheri. Le birre di qualità pagano di più».

Cosa chiedete al governo Renzi?
«Di intervenire per bloccare il prossimo aumento delle accise del 1° gennaio 2015 che fu deciso dal governo Letta, perché rischia di dare un ulteriore colpo gravissimo al nostro settore, portando complessivamente a un più 30 per cento gli incrementi di tasse in 15 mesi».

Oltre al calo dei consumi, cosa succederebbe?
«Ogni aumento di prezzo crea diminuzione dei consumi. Quindi anche i proventi per lo Stato, anziché aumentare, calerebbero. Le entrate previste sarebbero 70 milioni: possibile che non riescano a trovarli, in una legge di stabilità da 36 miliardi?».

Quali sono le conseguenze per i consumatori?
«Già oggi arrivano dall'estero birre con una bassa gradazione, prodotte appunto per aggirare l'accisa».

Come l'aranciata senza arance o il cioccolato senza burro di cacao: ma non è una truffa?
«Ci sono bottiglie negli hard discount con marchi dalle sonorità tedesche che in realtà, se si legge l'etichetta, provengono da Bulgaria, Albania, Slovacchia, Polonia. Queste bevande non sarebbero birre secondo la legislazione italiana, in quanto hanno un grado plato inferiore a 10,5: ne hanno 7-8, ma in quei Paesi si possono chiamare birra. Così, in base alla libera circolazione delle merci nell'Unione Europea, possono entrare in Italia».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Novembre 2014, 08:54
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