Addio alla legge di Stabilità, con il Bes
più poteri al Governo: ecco come

Addio alla legge di Stabilità, con il Bes più poteri al Governo: ecco come

di Alessandra Severini
Può il benessere di una nazione essere misurato solo attraverso il Pil? Oggi, dopo la crisi economica, in molti pensano che i numeri sterili non siano più sufficienti a valutare la salute di uno Stato e dei suoi cittadini. Così anche la legislazione italiana è pronta ad adeguarsi. Ieri la Camera ha approvato la riforma della legge di Bilancio con importanti novità. La prima è appunto l'introduzione del Bes -Indicatore di Benessere equo e solidale che si affiancherà al Pil fra gli indicatori finanziari. Entro il 15 febbraio di ogni anno le Camere dovranno votare una risoluzione che valuta gli effetti delle politiche governative sul Bes (es. interventi su ambiente, asili nido, trasporti, ecc.). 

Più attenzione anche alla parità fra uomo e donna: il Tesoro dovrà presentare al Parlamento una relazione annuale sull'impatto delle politiche fiscali ed economiche sulle politiche di genere. «Una rivoluzione - commenta Gulio Marcon di Sinistra italiana - che mette al centro la vita vera delle persone e non i freddi numeri del deficit o del Pil». Ma il Bes è soltanto una delle tante novità introdotte dalla riforma. Innanzitutto non ci sarà più la legge di stabilità ma solo il ddl di Bilancio con nuovi e più moderni strumenti per la formazione di un rendiconto trasparente delle entrate e delle uscite statali oltre all'indicazione delle misure che possono incidere sui saldi di finanza pubblica.

La parte della legge che più suscita polemiche è quella che rafforza i poteri del presidente del Consiglio e del ministero dell'Economia in materia di finanza pubblica. Palazzo Chigi e Mef potranno infatti intervenire nel corso dell'anno sui bilanci dei ministeri che sforano le spese. Il Tesoro monitorerà la spesa degli altri dicasteri nel corso dell'anno e, qualora siano in procinto di verificarsi degli scostamenti, il Mef, d'intesa con la presidenza del Consiglio potrà ridurre gli stanziamenti previsti per quel ministero. Un modo per tenere maggiormente sotto controllo la spesa pubblica ed evitare il ricorso alle clausole di salvaguardia (come l'aumento dell'Iva) che rischiano di gravare sulle tasche dei cittadini.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Giugno 2016, 08:39
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