Sfiducia al sindaco di Napoli, nuovo flop. E ora De Magistris punta a candidarsi alle Regionali

Flop sfiducia, de Magistris pronto a correre alle Regionali

di Luigi Roano
Si spaccano le opposizioni e il sindaco Luigi de Magistris si salva: per porre fine alla consiliatura servivano 21 firme, al massimo si arriverà a 10. Nella Sala dei Baroni è andata in scena una seduta surreale - tutti contro tutti - che si è chiusa per mancanza di numero legale senza approvare nemmeno una delibera e ce ne erano di importanti come la cessione di suolo gratis ai negozianti. Un flop che testimonia come una maggioranza politica de Magistris non ce l'ha più ed è destinato a galleggiare o a essere tirato per la giacca da tutti i gruppi politici. La sorpresa allora arriva proprio dagli arancioni di demA, i suoi fedelissimi, che hanno tanta voglia di staccare la spina. Cosa significa? Non potendo incidere con atti amministrativi - questo il ragionamento - perché non ci sono i numeri, e con la prospettiva che a stretto giro arriverà in Aula il rendiconto di bilancio che se non venisse approvato provocherebbe l'amministrazione controllata dei conti da parte di un commissario, hanno chiesto al sindaco di rompere gli indugi e pensare seriamente di candidarsi alle regionali e sfidare l'uscente governatore Vincenzo De Luca. Una decisione verrà presa all'inizio della prossima settimana quando l'ex pm e i suoi fedelissimi si incontreranno per definire la strategia politica. A scuotere demA anche l'appello del sindaco fatto in Sala dei Baroni malgrado il notaio girasse per il Maschio Angioino a caccia di firme. Il sindaco ha chiesto «un documento unitario per portare le istanze di Napoli a Palazzo Chigi». Un appello al quale è corrisposta la mancanza di numero legale: un segnale chiarissimo. Oggi e domani il sindaco sarà comunque a Roma per «incontrare esponenti di Governo» per la crisi Covid. Un'occasione per sondare gli umori nei suoi confronti di quelle forze, dal Pd a scendere, che non vedono l'ora di mandarlo a casa. 

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A firmare il documento alla presenza del notaio Giampiero de Cesare (responsabile giustizia di Fratelli d'Italia) sono stati i consiglieri Stanislao Lanzotti (Fi), Marco Nonno e Andrea Santoro (Fdi), Vincenzo Moretto (Lega), Aniello Esposito e Salvatore Madonna (Pd) e Domenico Palmieri (Napoli popolare). A loro nei prossimi giorni dovrebbero aggiungersi Mara Carfagna e Salvatore Guangi (Fi) e Federico Arienzo (Pd) per arrivare a 10. Insomma, i 3 renziani di Iv e i 3 del gruppo La Città che fa capo a De Luca, restano all'opposizione ma non hanno intenzione di far cadere adesso de Magistris. Mentre i 2 consiglieri del M5S intendono mettere in campo la sfiducia ma «sulle carenze amministrative del sindaco a iniziare dal bilancio». Non sono mancati momenti di tensione. Lanzotti e Gabriele Mundo di Iv hanno sfiorato la rissa. L'azzurro Lanzotti voleva le firme di Iv e la replica è stata abbastanza piccata.

È una guerra di riposizionamenti politici in vista delle regionali quella in atto, ma anche di poltrone. E c'entra e molto la Città metropolitana. Se de Magistris - che è anche sindaco metropolitano - lasciasse il Comune decadrebbe da entrambi gli enti assieme ai consiglieri comunali di Napoli. Ma la ex Provincia non verrebbe sciolta, resterebbero in carica i consiglieri degli altri comuni che non a caso sono tutti del Pd e di Fi incluse le eventuali surroghe. Ci sarebbero da gestire 600 milioni in piena campagna elettorale per le regionali e le comunali in solitudine da Pd e Fi. Come dire piatto ricco mi ci ficco.
Mara Carfagna consigliera di Fi replica al sindaco: «Le dimissioni sono dovute, i cittadini non possono continuare a pagare per gli errori di de Magistris». Marco Sarracino, segretario cittadino del Pd, racconta: «I consiglieri del Pd hanno firmato le dimissioni per sfiduciare il sindaco. La sfiducia non passerà. Alcune forze politiche hanno ritenuto che questo non fosse il momento. Il Pd crede invece che questa città meriti di meglio».
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Giugno 2020, 09:02
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