Inferno Poggioreale, l'ira della direttrice del carcere: dal Garante accuse ingiuste

Inferno Poggioreale, la direttrice: dal Garante detenuti accuse ingiuste

di Giuseppe Crimaldi
Dieci pagine fitte di osservazioni e 15 allegati. La firma di un'approfondita relazione sullo stato di salute del carcere di Poggioreale è quella di Maria Luisa Palma, che dirige l'istituto penitenziario più sovraffollato e problematico d'Italia. La relazione - inviata già il 19 luglio scorso al capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - viene resa pubblica oggi, all'indomani delle pesanti critiche sollevate proprio su Poggioreale dal Garante nazionale per i detenuti, Mauro Palma. Da ieri la replica istituzionale della direttrice di Poggioreale compare anche su Giustizianews online, il quotidiano del ministero della Giustizia.
 
«Che il carcere napoletano di Poggioreale soffra di condizioni preoccupanti, per sovraffollamento e strutture «in generale inadeguate e, in alcuni casi, decisamente fatiscenti» - si legge nel testo pubblicato dall'ufficio stampa di via Arenula - non è una novità; ma che se ne evidenzino «puntigliosamente tutte le carenze e le deficienze strutturali» senza dare atto di tutto quello che si sta facendo ha lasciato l'amaro in bocca tanto alla dirigenza dell'istituto quanto al personale che vi lavora ogni giorno con professionalità e abnegazione, nonostante i disagi».

«Prima di quella tenutasi nel maggio scorso - precisa la direttrice Palma - l'ultima visita del Garante alla casa circondariale di Napoli risale al 24 e 25 marzo 2017. Raffrontando il rapporto redatto in occasione delle due visite, colpisce il taglio con cui sono state affrontate le due ispezioni: nella precedente appare evidente la linea di sottolineare quanto di buono si stava facendo; nell'ultima appare evidente la linea di evidenziare puntigliosamente tutte le carenze e deficienze strutturali, mentre dell'impegno della direzione si percepisce un giudizio di inefficienza ed inadeguatezza. Le condizioni di Poggioreale sono certamente preoccupanti, ma occorre evidenziare anche che la situazione (a parte il sovraffollamento, che è ormai un dato endemico ed in progressivo aggravamento) non è comunque peggiore di due anni fa».

Nella sua relazione la direttrice si sofferma su ciascuno dei rilievi sollevati nel report dal Garante, fornendo risposte, informazioni e dati relativi alla situazione dell'istituto da lei diretto e, in particolare, in tema di colloqui, tipologia dei detenuti e di istituto, ufficio matricola, cubicoli e stanze di differenti reparti, palestra, detenuti disabili, dotazioni di oggetti, arredi, docce, turnazione per utilizzo ambienti, sicurezza impianti, cucina dei detenuti, cortili di isolamento, sistemazione detenuti stranieri, telefonate, orari chiusura stanze, televisori, sanità e presunte discriminazioni nei confronti di detenuti omosessuali.

Quanto agli episodi denunciati nel rapporto del Garante e relativi al trasferimento di un detenuto dal reparto isolamento ad altro istituto e a due casi di presunto rischio di maltrattamento, la direttrice è chiara: per tutti i e tre gli episodi «vi sono state puntuali comunicazioni da parte della Direzione alla locale Procura della Repubblica, oltre che nell'applicativo eventi critici. E, nel caso del trasferimento del detenuto in isolamento, già prima del Garante ed indipendentemente dal suo intervento».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Agosto 2019, 08:30
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