Napoli, Maya morta investita. C'è la denuncia dei vigili: «Niente strisce e segnaletica»

Maya morta investita; la denuncia dei vigili: «Niente strisce e segnaletica»

di Leandro Del Gaudio
Il semaforo, la scoloritura delle strisce pedonali, le condizioni degli alberi. Nel loro verbale, gli agenti della municipale non hanno trascurato alcun particolare, nel ricostruire la dinamica dell'incidente che ha spezzato la vita della giovane Maya Gargiulo. Hanno acquisito la scatola nera della Smart che ha falciato la ragazzina di 15 anni, hanno effettuato i rilievi esterni alla vettura e definito i primi verbali, subito dopo i soccorsi. Poi hanno segnalato ai vari uffici tecnici di competenza alcuni aspetti destinati a finire nel fascicolo sulla morte della ragazzina. Tanto da diventare oggetto di possibili verifiche investigative. Parliamo delle condizioni di segnaletica e dissuasori da tempo inesistenti in una delle piazze più grandi di Napoli, in una strada caotica e a scorrimento veloce.
 
 

Inchiesta condotta dai pm Federica D'Amodio, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, le accuse sono di omicidio stradale e di lesioni stradali. Chiara la dinamica dello scontro avvenuto alle due di sabato notte. Siamo in Piazza Carlo III, all'altezza del civico 12, notte fonda, intorno alle due. Alla guida della Smart, c'è Emanuele, incensurato di 21 anni, tutt'altro che una testa calda. Ha da poco imboccato la strada che costeggia Palazzo Fuga, è diretto verso via Foria, per consumare una granita assieme alla fidanzata che viaggia con lui in auto. Dallo spartitraffico spuntano due sagome, sono quelle di Maya Gargiulo e della sua amica di 14 anni. La prima viene falciata in pieno, la seconda viene colpita a una gamba (per lei una prognosi di 20 giorni). Una tragedia che attende gli esiti dei test somministrati al 21enne (per verificare se avesse assunto droga o alcol), mentre nel fascicolo sarà doveroso prendere in considerazione anche tutti i tasselli indicati nel corso del lavoro svolto dagli agenti della sezione infortunistica stradale della municipale agli ordini del comandante Antonio Muriano. E torniamo in piazza Carlo III.

LEGGI ANCHE Napoli, la città dei semafori in tilt: ​attraversare è un incubo

I TRALICCI
Nella zona - via Giovanni Gussone, all'incrocio con via Bernardo Tanucci e piazza Carlo III - ci sono dei semafori non funzionanti da tempo. Hanno una storia quei tralicci elettronici sempre spenti. Viste le insistenze dei residenti, che li ritenevano necessari per una migliore sicurezza stradale, il Comune di recente li ha sostituiti ma non sono stati ancora attivati: quello più vicino all'area dell'incidente l'altra notte era spento. E non per una scelta amministrativa, ma per un probabile disservizio destinato ora ad essere esplorato. Come è facile immaginare, non c'è alcun nesso tra il mancato funzionamento del semaforo e l'investimento della piccola Maya, ma è doveroso porsi alcune domande: se alle due di sabato notte, un semaforo avesse disciplinato l'accesso nella piazza, l'impatto ci sarebbe stato? E sarebbe stato altrettanto violento? Poi, ci sono altre criticità. È il caso delle strisce bianche. Sono sbiadite, tanto che è quasi impossibile distinguerle alle due di notte, vista anche la scarsa illuminazione della zona. Maya e la sua amica hanno attraversato la strada a una ventina di metri dalle strisce, ma è anche vero che nella zona nessuno - tra autisti e pedoni - le tiene realmente in considerazione. Intanto, questa mattina verrà conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo di Maya, ultimo atto prima dei funerali.
 

Poi toccherà all'analisi della scatola nera e alle immagini che saranno ricavate nella zona. Altro capitolo controverso, le telecamere. Le uniche presenti in zona sono della caserma della polizia stradale (la palazzina rossa in piazza Gussone), ma al momento pare che ci sia un guasto tecnico che non rende fruibili le immagini immagazzinate. Potrebbero aver ripreso il passaggio della Smart guidata da Emanuele, la sua condotta alla guida (anche per capire se stesse usando il cellulare), prima di falciare il corpo (e la vita) di una ragazzina di 15 anni, di rientro a casa dopo una serata d'estate assieme agli amici.
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Agosto 2020, 07:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA