La vicepresidente dell'Associazione GettalaRete, Giovanna Moresco, artefice della scoperta insieme alla presidente Annamaria Corallo, racconta con emozione le grandi ricchezze culturali e spirituali di questa struttura: «All’interno del Complesso Monumentale dei Vergini c’è un mondo da esplorare. Tramite la nostra Associazione è possibile visitare la Cappella delle Reliquie, di architettura vanvitelliana. Essa contiene le reliquie dei Santi martiri, conservate in ostensori settecentesche di legno intagliato e dorate, e il misterioso quadro dell’Anima Dannata, giunto da Firenze nel XVII secolo. Insieme ai Padri missionari vincenziani, la scorsa estate abbiamo lavorato alla riordinazione e catalogazione dei vari reperti custoditi nelle diverse aree del Complesso. Fra di essi è stata rinvenuta un’ulteriore ampolla. Come ogni altra reliquia all’interno della Cappella, anche questa era corredata di autentica vescovile, grazie alla quale è stato possibile verificare che si tratta proprio del sangue del nostro Patrono Martire, donato ai padri missionari nel 1793». E per fortuna il sangue era liquefatto. Buon segnale per i napoletani.
Ma la storia del Complesso Monumentale Vincenziano è tutta da scoprire: «Oltre alla Cappella delle Reliquie, c’è anche una suggestiva Cripta medievale, collocata sotto la chiesa di San Vincenzo de' Paoli: lì sono visibili le murature medievali del convento dei Crociferi. Il sottosuolo del Complesso riserva altre sorprese, con le sue cave di tufo e una antica cisterna a circa 20 metri di profondità. Tutte le nostre scoperte vengono testimoniate tramite i video e le fotografie del nostro collaboratore Massimo Cuomo, al momento unico autorizzato alle riprese all’interno della struttura» continua la dott.ssa Moresco.
Questo quartiere, spesso denigrato, in realtà è ricco di storia: tutta la zona nel corso dei secoli ha subito sostanziali cambiamenti anche di destinazione: dove oggi vi è un colorito mercato con bancarelle e negozi troviamo anche chiese di particolare pregio storico e un sottosuolo ricco di memorie e carico di sorprese, sotterrate nel corso dei secoli tramite il fenomeno delle «lave», ossia veri e propri torrenti colanti dalle colline circostanti di Capodimonte e i Colli Aminei che nascondono importanti reperti, dall’epoca greca fino a quella medievale. Un viaggio fra storia, cultura e misteri, all’interno di un quartieri ancora tutto da scoprire.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2017, 21:35
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