Vaccino, l'Ue firma con Moderna per altre 300 milioni di dosi. E arriva il pass verde per viaggiare

L'Ue firma con Moderna per altre 300 milioni di dosi

La Commissione europea ha firmato con Moderna un secondo contratto per la fornitura di altri 300 milioni di dosi del vaccino messo a punto dalla casa farmaceutica. Lo ha annunciato la commissaria Ue per la salute Stella Kyriakides

Il contratto prevede la fornitura all'Ue di 150 mln di dosi aggiuntive nel 2021, più l'opzione di acquistarne altre 150 mln nel 2022. Per l'eurodeputato della Cdu Peter Liese, responsabile Salute del gruppo Ppe, il nuovo contratto «aiuterà ad offrire vaccinazioni a tutti entro la fine dell'estate, a vaccinare una terza volta, se necessario, e a condividere vaccini con altri Paesi». Il primo contratto siglato con Moderna, approvato dalla Commissione il 25 novembre scorso, prevedeva l'acquisto di 80 mln di dosi nel 2021, più un'opzione per ulteriori 80 mln. Moderna è stata massicciamente finanziata nello sviluppo del vaccino anti-Covid dalla Barda, l'agenzia biomedica governativa Usa che ha dato a Washington la leadership globale nella corsa allo sviluppo dei sieri contro la malattia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2, e che l'Ue intende replicare anche da questa parte dell'Atlantico (si chiamerà Hera).

 

 

La campagna di vaccinazione

Sui vaccini, nella Ue, la parola d'ordine è accelerare. Nei prossimi mesi, infatti, sono in programma le consegne di milioni di dosi: numeri in grado di imprimere una svolta nella lotta alla pandemia, a patto che i Paesi membri siano pronti: «Prepararsi a una campagna di massa», esorta l'Unione Europea. Intanto Bruxelles spinge sul passaporto vaccinale: «La proposta sarà presentata entro marzo», annuncia Von Der Leyen. Critico, in Italia, il Garante della privacy che segnala: «Serve una legge ad hoc».

«Le consegne» dei vaccini «aumenteranno nei prossimi mesi, in linea con i nostri accordi. È essenziale essere preparati per le vaccinazioni di massa, per far fronte al crescente ritmo delle consegne. Dobbiamo continuare a vaccinare il più rapidamente possibile, specialmente di fronte alle nuove varianti», ha detto la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, alla videoconferenza dei ministri dell'Ue. «È fondamentale che non vi sia alcun intervallo tra le dosi» di vaccino «consegnate e le dosi somministrate e che nessun vaccino sia inutilizzato», ha avvertito.

Il pass verde Covid «sarà una proposta legislativa. Quindi non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento.

Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, sulla base di questo saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria». Così il vicepresidente della commissione europea, Margaritis Schinas, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri della Salute Ue.

Pass verde digitale

Sul fronte passaporto vaccinale su cui un primo sì è arrivato nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi, è intervenuta la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, su Twitter: «Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L'obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare, e informazioni sulla ripresa dal covid. Rispetterò la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy», assicura.

«Il pass verde Covid faciliterà la vita degli europei. L'obiettivo è di permettere loro, gradualmente, di muoversi in sicurezza nell'Ue o all'estero, per lavoro o turismo», ha evidenziato Von der Leyen. Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha spiegato che l'esecutivo sta lavorando ad una proposta legale per «facilitare il libero movimento in sicurezza nell'Ue». L'obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate. «Il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un'altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all'interno dello Stato membro», ha precisato il portavoce. Per evitare «discriminazioni» il pass conterrà anche i risultati di eventuali test o l'avvenuta ripresa dopo una malattia da Covid. Il pass sarà basato sui certificati vaccinali medici su cui gli Stati membri hanno già concordato. Le linee guida sui dati che conterranno sono già stati approvati a gennaio, e saranno ora necessari tre mesi per il lavoro tecnico.

«Ci servono almeno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema inter-operabile europeo» per i passaporti vaccinali, ha spiegato Ursula von der Leyen, al termine del vertice Ue in videoconferenza. I leader Ue hanno trovato un accordo sull'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto «che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità» dei cittadini. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l'eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere «pertinenti a livello transfrontaliero», ha aggiunto.

La presidente della Commissione Ue ha insistito sull'importanza di «sviluppare un approccio europeo» al sistema dei passaporti vaccinali. «Se non ci riuscissimo, le iniziative bilaterali» degli Stati membri «creerannno ancora più difficoltà» e anche grandi società come «Google e Apple sono pronte a offrire soluzioni all'Oms», ma si tratta di condividere «informazioni confidenziali, quindi vogliamo dire chiaramente che noi offriamo una soluzione europea», ha avvertito von der Leyen. Bruxelles continuerà a dialogare con i governi per «progredire in questa direzione entro marzo», ha aggiunto, sottolineando che «il dibattito dovrà tenere conto del rischio di discriminazioni» e, al contempo, del fatto che «per molti Paesi Ue il turismo è estremamente importante dal punto di vista economico e sociale».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Marzo 2021, 06:43
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