Usa, finti pazienti in corsia assunti negli ospedali: così stanano i medici incapaci
di Anna Guaita
In questi casi, raccomandano i docenti, la prima reazione del medico deve essere di tranquillizzare la paziente, farle capire che non è sola nella crisi, che nel medico ha un alleato e insieme cercheranno una soluzione. Solo più tardi, la pediatra scoprirà che la paziente era un'attrice, assunta per addestrare i medici più giovani nei casi più disparati, e che stava ripetendo fedelmente il caso di una reale paziente dell'ospedale.
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LA TRADIZIONE
Si chiamano pazienti attori o pazienti simulati, e sono una tradizione che negli Usa risale agli anni Sessanta, ma che nella crisi Covid-19 sta registrando una grande diffusione. Numerosi ospedali, dalla California a New York, dall'Arizona all'Alaska, assumono persone disposte a fingersi pazienti per insegnare ai nuovi medici come costruire un buon rapporto con i malati.
E non si tratta solo di migliorare le maniere che un medico ha durante le sue visite, ma anche del modo con cui può dover comunicare cattive notizie: «Queste sono conversazioni che i pazienti e i loro familiari ricorderanno per tutta la vita spiega la professoressa Julia Vermyen docente di medicina ospedaliera alla Chicago University -. E i giovani medici in genere fanno l'errore di investirli con una valanga di informazioni tecniche, invece che dare loro conforto e far loro capire che non saranno soli nella lotta». Il successo degli incontri simulati sembra sia enorme, tanto che una scuola di medicina che ha appena aperto a Pasadena, in California, che si propone come leader nel settore con appena 50 studenti ammessi ogni anno, ha deciso di includere le visite con i pazienti attori sin dalla terza settimana di studi.
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L'idea sarebbe di aiutare i futuri medici a essere fin dai primissimi giorni consapevoli delle «ingiustizie sociali e delle disparità radicate nella salute e nella sanità», che la pandemia ha portato alla luce. Il ricorso alla simulazione è spesso realizzato d'accordo con gli studenti, ma è utilizzato anche a sorpresa per controllare il livello dell'assistenza medica negli ospedali e negli ambulatori privati.
L'IMMEDESIMAZIONE
I finti malati sono in genere attori, ma non sempre i bandi di assunzione richiedono esperienza sul palcoscenico. L'individuo deve comunque essere in grado di imparare a menadito il curriculum medico di un vero paziente che corrisponde alla sua età, sesso e etnia, ed essere convincente e spontaneo nel presentare i propri problemi. È ovvio che alcune patologie non possono essere finte come i problemi cardiaci o respiratori. E solo un piccolo gruppo di finti pazienti accetta anche visite approfondite, uro-ginecologiche, e costoro vengono preparati con un corso speciale che comporta anche un'assistenza psicologica.
Un'attrice fa notare che spesso questo lavoro ha un effetto quasi contagioso: «Lavorare otto ore a impersonare un individuo che soffre di depressione o di qualche malattia mentale può essere un lavoro che ti strema» dice Kendra Sargeant, che lavora con la professoressa Vermylen a Chicago. Ma un suo collega, Jarrod Smith, ha una reazione diversa: «Studio tutto dei pazienti che devo impersonare dice Jarrod Smith -. Voglio immaginarli in carne ed ossa. E mi dà una grande soddisfazione sapere che sto aiutando qualcuno a diventare domani un medico o un infermiere migliore».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Agosto 2020, 08:24
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