Ci riprova, il leader turco Recep Tayyip Erdogan, e al termine della prima visita in Ucraina, a Leopoli, in quasi sei mesi di guerra, rilancia l'ipotesi di un tavolo della pace in Turchia, e di un incontro diretto tra i contendenti, il presidente russo Putin e l'ucraino Zelensky, anche se quest'ultimo mette le mani avanti e avverte che di pace si potrà parlare soltanto dopo che «i russi avranno lasciato il nostro territorio e ritirato le truppe». Quanto a Mosca, la Cnn Turk fa sapere che nel faccia a faccia lo scorso 5 agosto tra Erdogan e Putin, quest'ultimo avrebbe aperto a un bilaterale con Zelensky, respinto in passato quattro volte. La posizione di Mosca si sarebbe ammorbidita: invece di pretendere che le delegazioni fissino una tabella di marcia e una bozza di testo, l'incontro tra i leader servirebbe a determinare i passaggi e la cosiddetta road map, per poi lasciare agli sherpa la messa a punto di un accordo. A Leopoli, oltre a Erdogan, c'era ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, e sul tavolo, oltre alle prospettive di una pace a venire possibile, l'ansiogeno caso della centrale nucleare di Zaporizhzhia per la quale russi e ucraini si accusano vicendevolmente di preparare una qualche «provocazione» o «false flag», per creare un incidente e attribuirne poi la responsabilità al nemico, e l'implementazione del patto sul grano che ha già consentito, secondo il ministero della Difesa turco, di portare fuori dall'Ucraina 622mila tonnellate di cereali bloccate dal 24 febbraio, inizio dell'invasione.
LA RICOSTRUZIONE
Erdogan ha anche firmato un memorandum d'intesa per la partecipazione della Turchia alla ricostruzione delle infrastrutture distrutte in Ucraina: ponti e strade. «Oggi nel trilaterale abbiamo discusso ha detto in conferenza stampa a Leopoli della possibilità di tramutare in una pace duratura il clima positivo instauratosi con l'accordo raggiunto a Istanbul sul corridoio del grano.
I BOMBARDAMENTI
Sul terreno, da registrare gli almeno 17 morti nei bombardamenti russi sulla martoriata Karkhiv, nel Nord-Est, ma anche la pressione delle unità di incursori ucraini oltre la linea e l'azione dei partigiani nei territori occupati, fin dentro la Crimea. Una situazione che ha convinto Putin a sostituire il comandante della flotta del Mar Nero, nominando il vice ammiraglio Viktor Sokolov al posto dell'ammiraglio Igor Osipov. A dimostrazione di uno stallo che potrebbe favorire l'avvio del negoziato, per quanto non imminente. E resta l'allarme sull'impianto di Zaporizhzhia. «Non vogliamo vivere una nuova Chernobil», dice Erdogan. E Guterres: «Qualsiasi danno alla centrale sarebbe un suicidio». Tutto mentre i russi fanno sapere di avere schierato a Kaliningrad, l'enclave incastonata tra Lituania e Polonia (Paesi Nato), tre Mig-31 armati di missili ipersonici Kinjal, nell'aeroporto di Chkalovsk, parte di una unità di combattimento operativa h24.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Agosto 2022, 06:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA