Ucraina, diretta. Biden: il 9 maggio la legge per l’invio di armi a Kiev. Zelensky apre alla pace con rinuncia alla Crimea

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di Cristiana Mangani

Una fregata russa sta bruciando vicino all’Isola dei Serpenti nel Mar Nero. È l’Admiral Makarov, già coinvolta in un attacco alla città di Odessa nel mese di aprile. Un nuovo duro colpo per la flotta russa e un obiettivo prezioso conquistato dagli ucraini, che avrebbero raggiunto la nave con un razzo Neptune, secondo quanto riferisce il deputato Oleksiy Honcharenko che ha confermato l’episodio sul suo profilo Telegram. Mettere fuori uso questa fregata, considerata la più moderna della sua classe, è un importante risultato militare per Kiev, anche se da Mosca negano che tutto questo sia avvenuto. E il Pentagono aggiunge di non avere elementi che possano confermarlo. «È tutto il giorno che ci stiamo lavorando ma al momento non abbiamo informazioni che corroborino queste notizie», ha detto il portavoce del Dipartimento della Difesa americana, John Kirby. Immagini diffuse sui social mostrano, però, il fumo che sale dalla nave e i soccorsi in azione.

Tutte e tre le fregate della classe Admiral Grigorovich appartengono alla Flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. Sono armate con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr. Possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra. Dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la flotta russa nel Mar Nero era scesa a sole tre grandi navi combattenti, la migliore è proprio la fregata missilistica Admiral Makarov. Davanti all’evidenza di immagini che mostrano il fuoco salire da quella parte di mare, il Cremlino, comunque, insiste a negare. «Tutto procede secondo i piani in Ucraina», dichiara il portavoce Dmitri Peskov commentando le parole del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko secondo il quale i tempi dell’operazione si sarebbero «prolungati» rispetto a quanto previsto inizialmente.

Peskov commenta così l’attacco all’Admiral Makarov: «Non abbiamo alcuna informazione in merito». E lancia anche un messaggio trasversale a Varsavia: «La Polonia potrebbe rappresentare una minaccia per l’integrità territoriale dell’Ucraina - afferma -. Il fatto che negli ultimi mesi ci sia stata una retorica molto ostile dalla Polonia e il fatto che una minaccia per l’integrità territoriale dell’Ucraina possa provenire dalla Polonia sono fatti ovvi». Come dire: se sono minacciosi potremmo decidere di lanciare un’offensiva anche nei loro confronti.

LA RESISTENZA

Nel frattempo, la guerra nel Sud del Paese si fa sempre più violenta. Le truppe di Vladimir Putin stanno attaccando Odessa dalla Crimea, e fonti di Mosca sottolineano che «resteranno per sempre nel Sud dell’Ucraina». In realtà, l’invasione non procede esattamente come dicono i russi: a parte alcuni territori isolati, la resistenza ucraina è sempre molto forte. Ieri, il New York Times ha riferito che l’esercito di Kiev sta cercando di respingere le forze russe dalle città di Kharkiv e di Izium, dove la battaglia era rimasta bloccata per circa un mese. Negli ultimi giorni lo scenario sembra cambiato: le forze ucraine sono avanzate verso l’esterno della città, lanciando un’offensiva a Nord e a Est, iniziata con pesanti bombardamenti e un assalto di fanteria supportato da carri armati e altri veicoli corazzati. «Le prime armi che possono fermare il nemico arriveranno in gran numero alla fine di maggio o a inizio giugno», ha detto Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Zelensky, specificando che un’eventuale controffensiva su larga scala contro le forze di Mosca non potrà probabilmente iniziare prima di quel periodo. Tutto questo mentre Joe Biden ieri sera su Twitter ha annunciato un altro pacchetto di aiuti militari da 150 milioni di dollari. 

I soldati dello zar stanno, intanto, concentrando le loro forze contro l’acciaieria Azovstal.

Un comandante ucraino ha confermato che sono in corso «sanguinose battaglie» che si stanno svolgendo proprio all’interno del complesso, dopo che i russi sono riusciti a vìolare il perimetro. Sui social vengono diffuse diverse immagini di lunghe colonne di fumo che si alzano dall’acciaieria in seguito a esplosioni e bombardamenti. Anche se, ieri mattina, circa 50 civili sono stati evacuati da Mariupol. Un nuovo convoglio dell’Onu - così come annunciato dal segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite, Martin Griffiths - si è diretto verso la città coadiuvato dalla Croce rossa internazionale. Nessun altro dettaglio è stato riferito «al fine di non compromettere gravemente l’operazione».

I CIVILI

Da Telegram, però, arrivano informazioni su quanto sta accadendo intorno allo stabilimento. «Durante il cessate il fuoco nel territorio dell’acciaieria - fa sapere il battaglione Azov - le truppe russe hanno sparato su un’auto che stava trasportando dei civili per evacuarli dalla fabbrica. Un soldato è stato ucciso e ci sono 6 feriti. Il nemico continua a non rispettare gli accordi e a non attenersi alle garanzie di sicurezza per l’evacuazione dei civili», affermano. E il presidente Volodymyr Zelensky parla di Mariupol come «un esempio di assedio, di torture» che mostra «l’attitudine disumana dell’esercito russo e la sua crudeltà». Nella corsa a confermare e smentire si inserisce anche l’indiscrezione secondo la quale Putin abbia deciso di assestare un colpo finale verso i combattenti del battaglione Azov che si trovano all’interno dell’impianto, grazie alla “soffiata” di una talpa ucraina. Qualcuno che avrebbe consegnato ai russi la mappa della struttura. La notizia, naturalmente, non ha conferma.

In serata sono tornate a suonare anche le sirene a Odessa. «Si possono sentire esplosioni ovunque - è l’appello lanciato alla popolazione dalle autorità locali -. La difesa aerea sta funzionando. Rimani al riparo». E ci sono alcuni funzionari occidentali secondo i quali Putin potrebbe decidere di dichiarare formalmente guerra all’Ucraina lunedì. Quella combattuta finora è considerata da Mosca soltanto «un’operazione speciale». Sempre a Mariupol, poi, “gli occupanti” starebbero restaurando i monumenti dell’era sovietica. Petro Andrushchenko, consigliere del sindaco della città, ha distribuito venerdì nuove fotografie affermando che, nei giorni scorsi, tutti i monumenti di quel periodo sono stati «restaurati». 

 

LE ANALISI

È di nuovo al centro delle analisi degli Usa l’affondamento del Moskva da parte degli ucraini. Tante le ipotesi e le indiscrezioni. Chris Carlson, ex ufficiale dello Us Navy, sostiene che, al momento dell’attacco, i radar di scoperta dell’ammiraglia russa erano spenti o comunque non attivi. La sua valutazione si basa sull’esame delle fotografie pubblicate nelle ore successive. Gli apparati erano in una posizione che lo fa supporre. L’esperto aggiunge anche altri due elementi: i sistemi potrebbero aver avuto problemi di manutenzione (aspetto nel quale i russi non brillano) e comunque — se funzionanti — sarebbero stati in grado di scoprire la minaccia in arrivo, ossia i due missili anti-nave Neptune. Il lancio è stato preciso e ha colpito l’incrociatore nel punto più appropriato, in una sezione dello scafo che ha portato a un incendio disastroso: una situazione che ne ha segnato la sorte.


Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Maggio 2022, 06:11
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