Ucraina, Mosca alza il tiro su Odessa: «L'operazione finirà presto»

Il Cremlino evoca lo stop al conflitto. La Turchia: nuovi colloqui a Istanbul

Mosca alza il tiro su Odessa: «L'operazione finirà presto»

di Cristiana Mangani

Mosca rinforza il suo attacco nel Donbass. Lancia missili su Odessa, stermina i civili e distrugge le città. Questi i fatti, anche se le parole aprono a una soluzione e annunciano possibili spiragli di pace. La guerra in Ucraina potrebbe finire «in un prevedibile futuro», è il messaggio criptico lanciato ieri dal Cremlino. E nonostante gli orrori del conflitto, accompagnati dalle accuse reciproche, la Turchia annuncia che le delegazioni di Mosca e Kiev sono pronte a tornare a incontrarsi per proseguire una trattativa per ora decisamente in salita. 
I colloqui russo-ucraini «non stanno procedendo facilmente, ma ci sforzeremo di fare in modo che tutti gli obiettivi vengano conseguiti», ribadisce il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, senza indicare alcuna data per una possibile ripresa dei colloqui dopo quelli tenuti a Istanbul il 29 marzo scorso. Anche se il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak gela le attese per una tregua temporanea, e afferma che ciò significherebbe solo «una guerra rinviata per il futuro». Una conferma - per i russi - della tesi secondo la quale Kiev sarebbe intenzionata a proseguire le ostilità, su istigazione degli Usa, per cercare di guadagnare posizioni sul campo di battaglia e tornare al tavolo delle trattative in posizione di maggiore vantaggio. 

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L’APERTURA 
Eppure l’annuncio di una possibile apertura arriva dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che parla della speranza di Mosca di terminare quella che chiama «l’operazione militare speciale» in Ucraina in un «futuro prevedibile». «L’operazione progredisce - afferma - e i suoi obiettivi vengono raggiunti. Un lavoro efficace viene svolto dall’esercito e dai negoziatori che conducono le trattative con la loro controparte ucraina». Ma sull’andamento dei negoziati si sa ben poco. Attualmente, chiarisce Lavrov, le parti hanno allo studio la lista dei Paesi che dovrebbero fare da garanti per la sicurezza dell’Ucraina se accetterà di diventare uno Stato neutrale (tra questi c’è anche l’Italia).

La Russia - sottolinea ancora il capo della diplomazia -, ha chiesto che in tale lista sia inserita la Bielorussia, fedele alleato di Mosca.

Sui risultati della trattativa in corso si è detto scettico il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini. «Dobbiamo continuare a lavorare per un sostengo vero all’Ucraina sul fronte delle sanzioni e dell’aiuto con le forniture militari - ha detto in una intervista a Sky tg24 -. Accanto a questo devono essere sviluppate tutte le iniziative per favorire la cessazione delle ostilità e avviare un negoziato costruttivo, che fino a questo momento non è decollato».

Nel frattempo, ogni giorno sale il numero di vittime e di stragi compiute: civili, e anche un bambino, sono stati bruciati vivi dopo essere stati torturati in un villaggio nei pressi di Izium. La denuncia apre un nuovo capitolo sugli orrori della guerra, nelle zone da cui i russi si sono ritirati. Come a Makarov, nell’oblast di Kiev, dove sono state trovate oltre 130 persone sepolte in fosse comuni. L’armata di Vladimir Putin ha abbandonato la regione settentrionale di Sumy ricoprendola di mine. E ora si sta spostando verso sud-est per chiudere la partita del Donbass. Anche Odessa è finita nuovamente sotto il fuoco di missili, stavolta lanciati dalla Crimea. 

VIA DA KIEV
Washington e Londra sono convinte che l’armata di Putin abbia rinunciato (almeno temporaneamente) a prendere Kiev e il nord per privilegiare l’avanzata verso sud-est. Con l’obiettivo - secondo il presidente francese Emmanuel Macron - di una vittoria da celebrare il 9 maggio, per l’anniversario della capitolazione nazista. Sulla costa la priorità delle truppe dello zar resta, comunque, Mariupol, e si registra un nuovo tentativo di mettere sotto pressione Odessa. Tre missili teleguidati hanno danneggiato due edifici nell’oblast e provocato un numero imprecisato di vittime. E da Mosca è arrivato l’annuncio della chiusura delle sedi di Amnesty international e di Human right watch.
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Aprile 2022, 10:17
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