El levantamiento de las restricciones en las fronteras en la UE debe hacerse de forma coordinada, en base a criterios comunes y transparentes. He enviado, junto a @GiuseppeConteIT, una carta a la @EU_Commission para que la transición a la Nueva Normalidad en Europa sea segura.
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) June 5, 2020
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Nessuno sconto, insomma, ma numeri, (con il ruolo guida del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie) per scacciare l'idea che vi siano ancora paesi 'appestatì e dimostrare che ormai si può viaggiare in sicurezza in due Stati per i quali il turismo rappresenta una notevole percentuale di pil. Ma con la consapevolezza, di qui l'iniziativa della lettera, che una riapertura congiunta e coordinata finirebbe per convincere anche i paesi più scettici che altrimenti rischierebbero di trovarsi isolati.
Un lavoro, quello per spiegare all'estero la reale situazione italiana, che sta portando avanti anche il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, che ha scelto non a caso la Germania (dalla quale arrivano in Italia la maggior parte dei turisti europei) per la sua prima missione all'estero post-Covid. E ottenuto l'assicurazione che il 15 giugno i tedeschi potranno tornare in Italia. Assicurazione giunta anche dalla Svizzera, oltre che dalla Franica, tanto che Di Maio definisce la metà di giugno il D-Day del turismo europeo.
Anche se non tutti i paesi la pensano così. «Credo che torneremo al pieno funzionamento dell'area Schengen non più tardi di fine giugno», ha detto la commissaria Ue dell'interno, Ylva Johansson, al termine della videoconferenza dei ministri dell'interno europei spiegando che molti Paesi toglieranno le restrizioni già il 15 giugno, ma alcuni «dicono di non essere pronti a farlo» e di aver bisogno di valutare ulteriormente la situazione epidemiologica. Uno su tutti l'Austria che all'Italia, al momento, non ha ancora aperto. «I contatti con Vienna sono continui», assicura chi segue il dossier, sia al livello di ambasciatori che di ministri.
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E l'obiettivo è sempre lo stesso: mostrare i numeri contro le diffidenze. «Abbiamo modo di permettere al loro governo di poter avere contezza dei numeri in Italia rispetto agli ultimi 7 giorni ci sono state 3 nuove infezioni ogni 100mila abitanti, sono dati molto molto incoraggianti», ha detto Di Maio, che proseguirà il suo tour in Slovenia e in Grecia non certo per «spiegare quant'è bella l'Italia perché tutti lo sanno», ma «per far capire che si può venire in sicurezza». Insomma i paesi che ce l'hanno fatta, e al prezzo di decine di migliaia di morti, ora non vogliono perdere tempo e puntano a ripartire. «Dopo diverse settimane e grazie all'enorme sforzo delle forze dell'ordine e degli operatori della sanità, dei nostri cittadini nel loro complesso - scrivono Conte e Sanchez - è tempo di pensare alla riattivazione delle nostre economie e alla ripresa della normalità». Almeno all'interno dell'Ue. Per i confini esterni infatti bisognerà attendere fino al primo luglio, come deciso oggi dai ministri dell'Interno Ue, vista la situazione ancora critica in molti paesi come gli Usa o il Brasile.
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Giugno 2020, 00:19
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