Tinkov, l'hotel a Forte dei Marmi del magnate russo anti-Putin dona 50mila euro per i bimbi ucraini

La guerra è una «follia», aveva scritto su Instagram, schierandosi apertamente contro la Russia

Oleg Tinkov, il magnate russo anti-Putin dona 50mila euro per i bimbi ucraini in Versilia

Una donazione da 50mila euro per supportare i bambini ucraini rifugiati in Versilia nell'inserimento scolastico. La famiglia di Oleg Tinkov, miliardario russo noto per le sue posizioni anti-Putin, ha deciso di aiutare così le famiglie scappate in Italia dall'Ucraina attraverso l'albergo La Dactha di Forte dei Marmi (Lucca). Lo rende noto l'Amministrazione comunale di Forte dei Marmi.

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Tinkov, il suo hotel a Forte dei Marmi dona 50mila euro per i bimbi ucraini in Versilia

«La nostra donazione - commenta Roberta Buzzi, amministratore unico de La Datcha - è volta supportare le famiglie dei rifugiati ucraini attraverso l'inserimento dei bambini nell'ambiente scolastico, l'acquisizione di materiali che possano facilitare il loro approccio col sistema scolastico italiano e al supporto nelle attività sportive per facilitare l'integrazione in un Paese straniero. Con questo gesto abbiamo voluto sottolineare il nostro impegno e quello della famiglia Tinkov nei confronti della pace e la nostra contrarietà ad una guerra inutile che non ha ragione di essere».

«Ringrazio la famiglia Tinkov per il bellissimo gesto di vicinanza verso la popolazione ucraina che ha trovato accoglienza nel nostro comune» commenta Bruno Murzi, sindaco di Forte dei Marmi.

Il Comune ha predisposto un progetto dal titolo "La mia scuola è la tua scuola", che proprio in questi giorni «è stato oggetto di un importante finanziamento da parte della struttura alberghiera La Datcha, che già supporta la locale squadra di hockey e il Palazzetto dello sport».

 

Chi è Oleg Tinkov, il magnate russo anti-Putin

Tinkov, tra i 15 uomini più ricchi della Russia, che si è fatto da solo e non ha mai messo piede al Cremlino, combatte da anni contro la leucemia e oggi anche contro Putin. Al New York Times ha spiegato di essere stato costretto a svendere «per pochi copechi» il 35% dell'omonima banca digitale che aveva fondato nel 2006, e che nel 2021 era valutata 20 miliardi di dollari alla Borsa di Londra. La guerra è una «follia», aveva scritto su Instagram, chiedendosi quindi perché la Russia dovrebbe avere un buon esercito se qualunque altra cosa nel Paese non funziona ed è «invischiata nel nepotismo, nel servilismo e nella subordinazione».

In un'intervista al Corriere della Sera in edicola oggi, Tinkov, che trascorre parte del suo tempo in Toscana, spiega di non avere paura «per la mia persona, ma temo molto per la mia famiglia, però non potevo fare a meno di esprimermi nei confronti del governo russo. Confido molto nei servizi segreti italiani», «sono sicuro che garantiranno la mia sicurezza e quella della mia famiglia».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Maggio 2022, 00:19
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