Terremoto in Turchia, pompieri e protezione civile, in campo gli eroi italiani: la task force per le ricerche

Già sbarcato un primo gruppo di esperti arrivati con un C130 da Pisa

Pompieri e Protezione civile, in campo gli eroi italiani: la task force per le ricerche

di Michela Allegri

Terremoto in Turchia, i primi a partire dall’Italia, ieri pomeriggio alle 14.15, sono stati due vigili del fuoco e due operatori della protezione civile. Sono stati loro ad occuparsi dei primi sopralluoghi e questioni logistiche, per organizzare l’accoglienza delle squadre di soccorso dirette in Turchia: almeno 50 uomini che sono arrivati tra ieri sera e questa mattina.

In gergo tecnico si chiama modulo “Usar Medium” e si tratta di una squadra composta da pompieri e operatori sanitari, con particolare esperienza nella ricerca sotto le macerie. Da Pisa è partito un aereo dell’aeronautica militare per le ricerche e i soccorsi: a bordo, 40 esperti tra Protezione civile e vigili del fuoco, e dieci medici specializzati messi a disposizione dalle regioni Toscana e Lazio. Sono i primi aiuti per la popolazione turca colpita dal sisma di grado 7.8 che ha travolto il sud del Paese. «Un dramma devastante - ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - Ci aspettano giorni impegnativi in un’area con temperature particolarmente rigide». Da Roma è stato assicurato il «massimo sostegno» alle popolazioni colpite, come ha assicurato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato che «l’Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà».

Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci ha commentato che «siamo vicini alle popolazioni della Turchia e della Siria non solo con il pensiero e col cuore, ma anche con gli aiuti concreti», mentre il capo del Viminale, Matteo Piantedosi, ricorda che «noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo, quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto».

La missione dell'Italia


La Turchia ha ricevuto proposte di aiuto e sostegno da Ue, Nato e da altri 45 Paesi. Il Meccanismo europeo di protezione civile si è subito attivato: «Le squadre di ricerca e soccorso urbano sono state rapidamente mobilitate da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Romania per supportare i primi soccorritori sul campo», ha fatto sapere la Commissione europea.

Per il momento la priorità è cercare i dispersi e soccorrere i feriti. L’Algeria ha inviato una squadra di 89 soccorritori, dal Regno Unito sono già arrivati in 76, con attrezzature e cani, mentre Israele, oltre alla Turchia, aiuterà anche la Siria. La stessa cosa farà la Russia: squadre di soccorritori sono partite per la città siriana di Aleppo e per le altre zone della Siria nord-occidentale.

 


«L’Italia, come molti altri Paesi - ha aggiunto Curcio - ha risposto all’appello della Turchia attraverso il centro di coordinamento europeo. È stato accettato un modulo medio. Gli aeroporti cominciano ad essere congestionati dall’arrivo di attrezzature, uomini e anche cani addestrati per la ricerca e il soccorso. Abbiamo dato disponibilità alla Turchia anche per un altro modulo di supporto operativo, si tratta di una piccola squadra dedicata all’aiuto nell’organizzazione». Nei prossimi giorni, quindi, potrebbero partire da Roma altri aiuti verso Ankara. Come sottolinea ancora il capo della Protezione civile, infatti, «l’emergenza proseguirà ancora a lungo. Si tratta di un dramma storico incalcolabile. Stiamo parlando di una scossa mille volte più forte di quella di Amatrice. È un evento storico per la Turchia,  avvenuto in un’area urbanizzata». Dopo l’emergenza, ci sarà anche un Paese da ricostruire.


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Febbraio 2023, 08:38
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