Terremoto Turchia, freddo e rischio epidemia malattie infettive: allarme dell'Oms. «Numero dei morti può salire a 20mila»

Le operazioni di soccorso dopo il sisma rese più difficili dalle condizioni meteorologiche. Anche l'Onu in campo per l'emergenza umanitaria

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Il computo, drammatico, delle vittime ha superato quota 5mila. Ma per chi è impegnato nelle operazioni di salvataggio di feriti e dispersi dopo il terremoto che ha devastato Turchia e Siria c'è un ulteriore, subdolo, nemico: il freddo. Le condizioni atmosferiche nelle regioni colpite dal sisma sono definite «drammatiche». E l'Oms lancia un ulteriore allarme per un rischio correlato a questa situazione: quello delle malattie infettive. Un combinato disposto che potrebbe far salire il bilancio finale delle vittime a quota ventimila.

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Terremoto in Turchia, il rischio freddo

L'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) Europa è in campo in Turchia, insieme all'ufficio nazionale e in collaborazione con la sede centrale dell'agenzia Onu per la salute, per sostenere il ministero della Salute del Paese nella risposta all'emergenza umanitaria provocata dal terremoto che ha colpito l'area. «Al momento, l'attenzione è chiaramente sulla ricerca e salvataggio» delle persone, ha spiegato già ieri in serata Gerald Rockenschaub, direttore regionale dell'emergenza per l' Oms Europa, che sta coordinando la risposta insieme all'esperta Catherine Smallwood, incident manager, e sotto la guida del direttore regionale Hans Kluge. «Ci sono feriti da curare - ha elencato Rockenschaub - la risposta di primo soccorso alle comunità sul campo e poi la cura dei traumi più specializzata negli ospedali. Il tempo è brutto, fa freddo. Anche il rischio di malattie infettive, a parte il rischio immediato di traumi e lesioni, sta decisamente aumentando. Alcune delle linee di approvvigionamento cruciali, acqua e servizi igienico-sanitari, saranno compromesse. E c'è ovviamente un trauma enorme, ovviamente psicologico oltre al trauma fisico, che deve essere affrontato».

 

POPOLAZIONE VULNERABILE

In particolare «in quei gruppi di popolazione vulnerabili, vediamo un alto livello dello stress mentale, dei bisogni di supporto psicosociale», ha proseguito. «Occorre poi rafforzare i sistemi di allerta precoce per prevenire i focolai e per rispondere ai rischi di malattie infettive». L'Oms Europa sta «operando a stretto contatto con i colleghi dell'ufficio regionale del Mediterraneo orientale e con i colleghi della sede centrale, perché non è solo la Turchia ad essere colpita, ma anche la Siria e alcuni altri Paesi vicini», ha ricordato Rockenschaub.

«La Turchia - ha evidenziato - ha enormi capacità e un'enorme esperienza, hanno squadre delle Nazioni Unite che uniscono capacità mediche nella ricerca e nel salvataggio.

Abbiamo anche lavorato con le autorità turche per migliorare la resistenza degli ospedali ai terremoti e garantire che rimangano funzionali dopo tali scosse, e per svolgere congiuntamente corsi di formazione e rafforzamento delle capacità e anche per condividere l'esperienza turca con altri paesi». Ma ora, ha puntualizzato Rockenschaub, «la Turchia ha bisogno della solidarietà di altri Paesi per affrontare le enormi sfide di questo grande disastro».

PIOGGIA E NEVE IN SIRIA

La Commissione delle Nazioni Unite per la Siria intanto ha lanciato un appello per un cessate il fuoco globale in Siria per consentire operazioni di salvataggio e soccorso dopo il devastante terremoto che ha colpito la regione. La Commissione - afferma un comunicato pubblicato oggi a Ginevra - esorta la comunità internazionale ad agire rapidamente per fornire aiuti e sostegno umanitari e invita tutte le parti a fornire un accesso umanitario immediato e senza restrizioni: «Chiediamo a tutte le parti in conflitto in Siria di impegnarsi per un cessate il fuoco globale» per consentire agli operatori umanitari e ai soccorritori di raggiungere le vittime «senza timore di attacchi», ha affermato Paulo Pinheiro, presidente della Commissione Onu d'inchiesta sulla Siria. «Molti siriani ora sono senza riparo tra edifici crollati, sotto la pioggia e la neve, tra temperature gelide e un numero incalcolabile è intrappolato sotto le macerie. Ora è il momento della solidarietà», ha continuato Pinheiro. La Commissione ha espresso le sue più sentite condoglianze a tutte le persone in Siria e Turchia colpite dal sisma.

LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE

I soccorritori impegnati nelle zone terremotate della Siria lavorano in condizioni meteorologiche difficilissime e senza le attrezzature necessarie ad individuare e soccorrere i sopravvissuti tra le macerie. A denunciare la situazione di particolare difficoltà è un volontario che partecipa alle operazioni dei Caschi Bianchi e che ha parlato - riferisce la Dpa - di una ricerca andata avanti «molto lentamente» durante la notte a Idlib e in altre aree colpite, a causa di una tempesta che si è abbattuta sulla zona e per via della mancanza di macchinari pesanti. Parole confermate da Rami Abdel Rahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale sia i soccorritori nelle aree controllate dal governo sia quelli che operano nelle zone sotto controllo dell'opposizione non dispongono delle giuste attrezzature per rimuovere i detriti. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Febbraio 2023, 15:39
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