Terremoto Turchia e Siria, le rocce si sono spezzate. Ecco perché le faglie trascorrenti hanno spostato l'Anatolia di 5 metri

Il suolo è slittato in senso orizzontale

Terremoto Turchia e Siria, le rocce si sono spezzate. Ecco perché le faglie trascorrenti hanno spostato l'Anatolia di 5 metri

di Marta Giusti

Le prime analisi sul terremoto in Turchia fanno capire l'entità della catastrofe che si è abbattuta in Anatolia: l'intera regione si è spostata di almeno 5 metri. Ma cosa è successo? Cosa si è "mosso" sotto il suolo per scatenare un fenomeno tanto violento? Per capirlo si devono consultare gli studiosi della Terra, i sismologi e i geologi che osservano proprio i movimenti della crosta terrestre, le dinamiche e l'energia che si sprigiona sotto i nostri piedi. 

«Oggi con i satelliti riusciamo a vederla bene, la crosta terrestre che si piega e si deforma», ha spiegato Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) in un'intervista a Repubblica. «Si muove al ritmo di pochi micron al giorno, qualche millimetro all’anno. Poi arriva un punto in cui le rocce non ce la fanno più, e si spezzano, liberando in un attimo tutta l’energia elastica che avevano accumulato magari in migliaia di anni», ha detto Doglioni. 

Quale faglia si è attivata? Per capirlo spieghiamo cosa è una faglia. La faglia è una frattura nel sottosuolo in cui si verifica, o si è verificato in passato, il movimento tra i due blocchi di roccia tra loro adiacenti. Nel mondo ci sono migliaia di faglie attive, di differenti tipologie e lunghezze, e alcune di esse possono produrre terremoti molto violenti. Anche l'Italia è attraversata da faglie che in passato hanno innescato terremoti particolarmente forti. Il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria ha attivato una faglia trascorrente. Cosa significa? Le faglie trascorrenti sono fratture verticali con movimenti orizzontali e possono essere destre o sinistre rispetto all'osservatore che si pone di fronte al piano di faglia. 

Cosa è successo? In poche parole, il suolo è slittato orizzontalmente lungo i due lembi della faglia, «con un orientamento verso sinistra, in direzione dell'Egeo», ha detto  il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «Su alcune parti della faglia è stato calcolato uno spostamento della faglia fino a 10 metri».


 

 A incidere sulla violenza del sisma è la lunghezza della frattura che caratterizza le faglie. La spaccatura della roccia è avanzata. Leggiamo ancora Doglioni: i chilometri di frattura erano «150 all’inizio, dopo la scossa principale della notte di magnitudo 7.8. Poi ne sono avvenute molte altre, soprattutto la 7.5 della tarda mattinata, che ha coinvolto una faglia diversa». «Alla fine della giornata la lunghezza della rottura e arrivata probabilmente a oltre 200 chilometri. I satelliti nei prossimi giorni ci faranno vedere con precisione quanto è estesa la superficie deformata, ma stimiamo che l’area mobilizzata da questa sequenza arrivi a 20mila chilometri quadri. Più è estesa, purtroppo, più ci sono danni. L’immagine che i satelliti ci forniscono passando sopra a un terremoto e una sorta di impronta digitale del sisma. Ci fa vedere la deformazione del terreno, sia in orizzontale che in verticale», spiega Doglioni.

I due terremoti di magnitudo 7,8 e 7,5 generati ieri in Turchia da due faglie diverse costituiscono una doppietta già osservata dai sismologi, come è avvenuto anche ad Amatrice e Norcia, ha detto all'ANSA Doglioni. «Di doppiette ne vediamo tante, anche ad Amatrice e Norcia la sequenza sismica ha visto due faglie diverse», ha osservato riferendosi ai terremoti del 3 settembre 2016, che hanno seguito di pochi giorni quello del 24 agosto. Osservare questi fenomeni è una sorta di «esperimento scientifico in cui riusciamo a capire cose nuove», ha detto ancora Doglioni. Doppiette simili sono state osservate anche nei terremoti avvenuti in Turchia nel 1999, prima a Izmit e poi a Duzce; è accaduto anche nel 2019 in California, nel terremoto di Ridgecrest.

Zona altamente sismica: compressione fra placca Anatolica e placca Araba

Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d'incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell'Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l'Egeo.

Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che «è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana», osserva il presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. È lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati. Causa dello slittamento è stato un movimento «di tipo transpressivo», vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale (quindi con un movimento di tipo trascorrente), durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba. «Lo spostamento di tre metri è una prima stima», ha osservato il presidente dell'Ingv e misure più precise, «saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari.

Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici».

I dati sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Lunga circa 200 chilometri, la faglia Sud-Est anatolica lambisce la Siria e «corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, ricongiungendosi con la faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul», dice Alessandro Amato, sismologo e direttore del Centro Tsunami dell'Ingv. La faglia «è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro, che hanno fatto scattare l'allerta Tsunami», dice ancora Amato, che ha seguito l'evolversi della situazione per tutta la notte.

«In Italia - aggiunge - l'arrivo di un'onda di tsunami era previsto intorno alle 6:30 nelle zone a Sud-Est, ma poi l'allerta è stata chiusa». Sono centinaia le repliche finora avvenute, molte delle quali di magnitudo superiore a 4. «In termini di energia liberata, il terremoto avvenuto in Turchia è stato di quasi mille volte superiore in termini di energia liberata» a quello di Amatrice del 2016, di magnitudo 5.9. È stato anche 30 volte superiore rispetto al sisa dell'Irpinia, di magnitudo 6.9. Questo perché la magnitudo viene calcolata secondo una scala logaritmica nella quale all'aumento di ogni grado corrisponde l'aumento di un fattore 30. Il terremoto è stato anche «registrato in tutto il mondo» ed è stato anche «l'evento di gran lunga più forte ad avere attivato il Sistema di allertamento maremoto da quando esiste. Il secondo - dice Amato - è stato quello di Samos del 2020, di magnitudo 7.0».


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Febbraio 2023, 18:29
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