Guerra Taiwan, «la Cina ha simulato un attacco sull'isola». La Difesa: risposta con sistemi missilistici

Le forze armate di Taiwan hanno utilizzato,in risposta, «trasmissioni di allerta, aerei, navi militari di pattuglia e sistemi missilistici terrestri»

Taiwan: «Cina ha simulato attacchi contro l'isola. Operazione aria-mare con 14 jet e 20 navi»

Sale la pressione della Cina su Taiwan. Il ministero della Difesa di Taipei ha accusato l'Esercito popolare di liberazione (Pla) di aver simulato un attacco all'isola nel terzo giorno di rappresaglia per la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi, accusata dall'ex presidente Donald Trump di aver con la sua mossa realizzato «il sogno della Cina» e di aver «dato alla Cina una scusa».

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Taipei ha riferito di aver osservato «più squadre» di aerei e navi cinesi in attività nello Stretto di Taiwan, con casi di attraversamento della linea mediana che Pechino non riconosce. «Sono state giudicate operazioni condotte per simulare un attacco all'isola principale di Taiwan», ha precisato il ministero della Difesa, che, in risposta, ha mobilitato pattuglie di ricognizione aerea e terrestre, schierato i sistemi missilistici. In serata il bollettino delle incursioni ha annotato «20 aerei e 14 navi della Pla rilevati nelle acque intorno a Taiwan» mentre conducevano esercitazioni congiunte aria-mare. Le forze armate dell'isola, negli ultimi giorni, hanno anche mobilitato unità navali per seguire a distanza ravvicinata le navi intruse.

Blinken: "Washington determinata ad agire"

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, dalle Filippine, ha affermato che Washington è «determinata ad agire in modo responsabile» per evitare una grave crisi globale, anche climatica, dopo che la Cina ha troncato i contatti con i militari Usa e sospeso anche la cooperazione sul global warming. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha dal canto suo esortato le due superpotenze «a continuare a lavorare insieme per il bene del mondo».

Tensione Usa-Cina

Sul blocco dei contatti militari, tuttavia, la parte Usa ha osservato che la Cina non ha menzionato la cancellazione dei colloqui militari ai livelli più alti, come quelli con il segretario alla Difesa Lloyd Austin e il capo del Comando di Stato maggiore congiunto, Mark Milley. Anche se questi colloqui sono stati rari, i funzionari americani hanno affermato che sono canali importanti in caso di emergenza. Nel tentativo di mostrare quanto le forze cinesi si siano avvicinate alle coste di Taiwan, il Pla ha postato nella notte un video di un pilota dell'aeronautica che riprende la costa e le montagne dell'isola dalla cabina di pilotaggio.

Mentre il Comando orientale ha condiviso una foto scattata a una nave da guerra vicino a Taiwan, la cui costa è ben visibile sullo sfondo. Pechino, nel pomeriggio, ha poi annunciato manovre di tiro «a fuoco vivo» (con munizioni vere) in una parte meridionale del mar Giallo, tra la Cina e la penisola coreana, fino al 15 agosto.

La tattica di Biden

La portata e l'intensità delle manovre hanno spinto Blinken e gli omologhi di Giappone e Australia (rispettivamente, Yoshimasa Hayashi e Penny Wong), a rilasciare una nota congiunta per chiedere la fine delle operazioni, nell'incontro avuto in Cambogia a margine del vertice Asean. «La consueta tattica degli Stati Uniti è che prima creano i problemi e poi li usano per raggiungere il loro obiettivo. Ma questo approccio non funzionerà con la Cina», ha tuonato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi che, sempre in Cambogia, ha elogiato «l'immediata reiterazione da parte della Russia del suo fermo sostegno al principio della Unica Cina» nei colloqui avuti con l'omologo Serghei Lavrov. La Cina «vorrebbe collaborare con la Russia per mantenere ulteriormente il sistema internazionale incentrato sull'Onu», ha aggiunto Wang, secondo i media ufficiali. Lavrov ha accusato Washington di «essere sempre stato un bullo, la cui politica egemonica è stata a lungo contraria al consenso della comunità internazionale». Intanto, l'ipotesi più accreditata è che le manovre possano essere normalizzate creando le condizioni per «una riunificazione nazionale anticipata in futuro» e «daranno forma a una situazione strategica favorevole», ha riferito il network statale cinese Cctv. Domani, infine, è attesa a Taipei la viceministra dei Trasporti lituana Agne Vaiciukeviciute: sarà accompagnata da 11 persone e la sua sarà la prima delegazione straniera in visita dopo quella di Pelosi, nel mezzo di un minaccioso semi-blocco aereo e navale.

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Aprile 2023, 19:22
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