Tra statue e simboli abbattuti è la furia dei nuovi iconoclasti

Tra statue e simboli abbattuti è la furia dei nuovi iconoclasti

di Marco Ventura
La storia schiacciata in un eterno presente e simboli e leader del passato, figure eminenti trascinate nella polvere dalla furia iconoclasta di proteste e movimenti, ridotti a emblemi negativi del politicamente scorretto alla luce del progresso. Le funi e i martelli che dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dal Canada alla Francia, dall'Italia al Belgio, travolgono le statue di figure che hanno fatto la storia, e realizzano il racconto visionario di Orwell in 1984, la cancellazione di immagini e icone da dimenticare: «Il processo continua giorno per giorno e minuto per minuto. La storia si è fermata. Nulla esiste tranne il presente senza fine in cui il Partito ha sempre ragione». Con effetti surreali come la sparizione dal catalogo dell'Hbo Max, il servizio di video on demand di Warner Media, di Via col Vento, il film del 1939 Oscar (e Pulitzer il romanzo), ripristinato soltanto con l'introduzione di un esperto di studi afroamericani. E diventa un simbolo la statua decapitata di Cristoforo Colombo a Boston, o quella divelta a St. Paul, Minnesota, lo Stato in cui è stato ucciso dal ginocchio sul collo di un poliziotto bianco il nero George Floyd.

I politicamente corretti/Sconfitti dal presente distruggono il passato

LA POLEMICA
Ma Colombo è in fondo anche il simbolo di una minoranza che negli Usa qualche discriminazione l'ha subita, quella italiana, e il governatore di New York, Andrew Cuomo, si oppone alla rimozione del monumento, in quanto omaggio al «contributo degli italo-americani». E diventa materia del contendere pure la decisione del sindaco di Londra, Sadiq Khan, di creare una Commissione che dovrà esaminare murales, toponomastica e monumenti e ridisegnare il paesaggio fisico della capitale dell'ex Impero secondo nuove sensibilità ideologiche.
Una furia iconoclasta pericolosa, inutile e ignorante secondo Emma Webb, direttrice del Forum per l'integrazione: «L'abbattimento delle statue ha poco a che fare con la cultura». Durante la Rivoluzione francese, ricorda la Webb, i parigini distrussero 28 statue di re biblici nella facciata ovest della Cattedrale di Notre Dame convinti che fossero i Re di Francia, e paragona il fervore iconoclasta a quello dei Talebani in Afghanistan. Per non dire dell'uomo che contribuiva a vandalizzare in Parliament Square la statua di Churchill, il trionfatore sul nazismo ma campione del dominio coloniale, e tuttavia sventolava una bandiera con Che Guevara che «ordinò centinaia di esecuzioni senza processo».

Los Angeles, rimuove la statua di Colombo: «Sterminò i nativi americani»

VANDALISMO
A Bristol, poi, nel mirino sono i monumenti a Edward Colston, mercante di schiavi per undici anni quando la tratta era legale, e che viene ricordato dai concittadini come formidabile filantropo (a volere il monumento a fine '800 furono proprio i liberali). Negli Usa, la crociata anti-razzista contro Colombo ha portato in Florida a sette arresti con l'accusa di avere vandalizzato una statua a lui e a Juan Ponce de Leon.
Da Richmond alla Virginia, da Boston al Texas, Colombo torna a essere un bersaglio degli iconoclasti, simbolo dello sfruttamento a danno dei nativi. A Miami, i dimostranti hanno verniciato di rosso le statue dei due esploratori nel Baygront Park, scrivendo il nome di Floyd e la sigla BLM, «Black Lives Matter», le vite dei neri contano. Dimostranti e iconoclasti possono contare a loro volta sull'appoggio della Speaker democratica del Congresso, Nancy Pelosi, che da anni chiede la rimozione delle statue dei generali e leader confederati dal complesso del Campidoglio, incongrui rispetto ai valori della democrazia americana e «tributo all'odio». E se il presidente Trump si schiera contro la ridenominazione delle basi militari Usa intitolate a generali sudisti, parte dei repubblicani e il Pentagono reclamano una ricognizione dei nomi. Nel mirino dei progressisti Jefferson Davis e il generale Lee.

Cioccolatini razzisti? Via i Moretti dai supermercati della Svizzera

GLI SCOUT
Ma anche il fondatore degli Scout, Robert Baden-Powell, eroe di guerra boero: sulla sua statua a Poole, in Inghilterra, si è imbastita una querelle simile a quella dei Sentinelli che a Milano invocano la rimozione del monumento in bronzo a Indro Montanelli nel luogo in cui fu gambizzato, perché sposò una dodicenne eritrea in era coloniale. E che dire del braccio di ferro sulla ricollocazione del Bigio in Piazza della Vittoria a Brescia, restaurato e nascosto per non sembrare omaggio al fascismo? Negli Usa anche Anna Wintour, regina della moda ispiratrice della protagonista del Diavolo veste Prada, si scusa con gli afroamericani che lavorano per Vogue, nel giorno in cui il rivale Harper's Bazaar nomina al timone una donna di colore, Samira Nasr.
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Giugno 2020, 07:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA