Rivela maxi-frode a Wall Street, 114 milioni di dollari alla gola profonda

Rivela maxi-frode a Wall Street, 114 milioni di dollari alla gola profonda

di Flavio Pompetti

NEW YORK Milioni a pioggia come nella lotteria, senza nemmeno aver comperato il biglietto. L'agenzia di controllo della Borsa di Wall Street, la Sec, ha annunciato di aver assegnato il compenso record da 114 milioni di dollari all'autore di una soffiata che le ha permesso di scoprire una grossa truffa, e recuperare una somma ben maggiore multando i malfattori. Nessun dettaglio è disponibile sui protagonisti della vicenda e sulla natura del reato. La Sec ci tiene ad assicurare la massima protezione alle gole profonde che trovano il coraggio di farsi avanti e denunciare.

Spesso la delazione arriva dall'interno della società di investimenti, da parte di uno dei funzionari che non riesce più a tenere chiusa la bocca davanti alle violazioni delle quali è testimone. Qualche volta le motivazioni possono essere più utilitaristiche, come nella vicenda che ha visto Gordon Gekko alla sbarra, il finanziere voltafaccia del film Wall Street interpretato da Michael Douglas. Uscire allo scoperto con una denuncia è pericoloso, e spesso finisce per precludere ogni speranza di ulteriore carriera. Per questo motivo remunerare chi trova il coraggio di iniziare il processo è una misura dovuta, oltre che un formidabile incentivo per portare alla luce i reati e permettere il recupero di somme ingenti.

La disciplina che autorizza la Sec a pagare le soffiate è recente. È stata approvata dal congresso degli Usa a dispetto della forte opposizione repubblicana e delle maggiori banche nel 2010, quando la memoria degli abusi finanziari che avevano portato alla crisi globale del 2008 era ancora viva e cocente. La normativa faceva parte della legge di riforma del sistema bancario Dodd Frank, in seguito cancellata dall'amministrazione Trump. Il dettaglio sulle taglie poste a guardia delle frodi è invece rimasto. Le banche e le aziende temevano che avrebbe scoraggiato le denunce interne, ma nel caso in questione la talpa aveva cercato inutilmente di far emergere lo scandalo rivelandolo alla società nella quale lavora. Solo quando le porte burocratiche sono rimaste ostinatamente chiuse il dipendente ha deciso di cercare aiuto presso la Sec. Va detto che il meccanismo di ricompensa amministrato dalla Sec genera un giro di soldi impressionante.


Il meccanismo


Negli otto anni dalla sua adozione ha permesso all'agenzia federale di recuperare oltre due miliardi di dollari a seguito di sanzioni pecuniarie decise contro gli operatori della borsa, e di restituire 500 milioni di dollari di maltolto a chi era stato vittima delle truffe.

Nello stesso periodo la Sec ha distribuito 676 milioni di dollari ai 108 informatori che l'hanno aiutata a svolgere il suo compito. Le truffe che sono venute al pettine sono per la maggior parte nella forma dell'insider trading, operazioni di Borsa concluse da chi è a conoscenza in modo privilegiato di eventi imminenti che incidono sul valore di un'azione ma dovrebbe astenersi da ogni scambio che la riguarda.

L'altra frode ricorrente è quella della costruzione di una torre di carta, ovvero la sopravvalutazione artificiale di un titolo, con i nuovi investimenti che pagano gli incrementi di valore rampante, anche senza nessuna rivalutazione reale dell'azienda o del servizio, fino a che la bolla scoppia e brucia gli investimenti degli ultimi arrivati. L'obiettivo della Sec non è quello di monetizzare sulle frodi, ma di scoraggiarne l'esecuzione. Nonostante questo è evidente dalle cifre del programma, che una sorta di mercato delle delazioni sta crescendo negli Stati Uniti. Il record precedente dei compensi era stato stabilito appena lo scorso giugno, a quota cinque milioni di dollari, che erano stati consegnati ad un funzionario della Mellon Bank di New York.


L'istituto applicava tassi di cambio gonfiati nelle transazioni internazionali ordinate dai suoi clienti. In questo caso la banca ha dovuto pagare una multa alla Sec di 700 milioni. Per evitare gli abusi, l'agenzia applica tariffe fisse al pagamento delle ricompense: quote dal 10 al 30% dei fondi che vengono recuperati per merito della denuncia vengono consegnati all'informatore. Il prelievo fiscale su queste taglie è del 50%, la stessa aliquota che viene richiesta ai legali che assistono le gole profonde nell'aspro percorso che chiude la pratica. «Greed is good!», viva l'ingordigia (lo slogan di Gekko), vale non solo per gli speculatori, ma anche per chi fa la spia.


Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Ottobre 2020, 10:26
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