Spagna, si allarga la maggioranza progressista di Sánchez

Spagna, si allarga la maggioranza progressista di Sánchez

di Elena Marisol Brandolini​

Barcellona - Oggi il parlamento spagnolo ha approvato in prima lettura la finanziaria 2021 con 188 voti favorevoli, il 54% della Camera, 12 voti in più della maggioranza assoluta, che peraltro non era richiesta in questo caso, una ventina in più di quelli ottenuti da Pedro Sánchez nella sessione d’investitura dello scorso gennaio. Il testo così licenziato andrà ora al Senato, per tornare alla Camera il 29 dicembre per il voto definitivo. Una manovra di bilancio per il prossimo anno che prevede un’immissione di risorse per finanziare la spesa sociale di 240 miliardi, compresi gli aiuti derivanti dal Recovery Fund e un aumento di imposte sui redditi molto elevati (sopra i 300.000 euro per i redditi da lavoro, 200.000 euro per quelli da capitale) e sul patrimonio uguale o superiore a 10 milioni di euro.

La legge di bilancio

La legge di bilancio è sempre il passaggio cruciale per misurare la tenuta di qualunque governo, ma in questo caso la sua approvazione segnala novità importanti nel percorso della legislatura. In primo luogo perché è la prima finanziaria che si riesce ad approvare dal 2018, in questi due anni infatti i conti pubblici sono stati regolati dalla legge di bilancio dell’ex-ministro Montoro ai tempi del governo Rajoy. Inoltre, perché è la prima finanziaria di un governo a guida Sánchez, che lo scorso anno cadde sulla proposta di bilancio per non avere la maggioranza sufficiente ad approvarlo, aprendo un lungo percorso elettorale. Ed è la prima finanziaria di un governo di coalizione progressista, che è stato capace di coagulare attorno a sé ben 11 formazioni politiche.

La maggioranza si allarga

La principale novità è costituita infatti dall’allargamento della maggioranza progressista che ha votato a favore della nuova legge di bilancio.

Sánchez fu eletto presidente del governo in seconda votazione quando era richiesta la maggioranza semplice, grazie all'astensione di parte dell'indipendentismo catalano e di quello basco. In questo caso, invece, e per la prima volta, oltre a tutte le formazioni di centro-sinistra, hanno votato a favore i partiti dell’indipendentismo definito più pragmatico e gli indipendentisti baschi. Il voto favorevole di Esquerra Republicana de Catalunya e del PDeCat, opposto a quello di JuntsxCat e della CUP, visibilizza così la divisione strategica esistente nel movimento indipendentista alla vigilia delle elezioni catalane di febbraio; mentre il sì di Bildu rappresenta l’approdo definitivo alla piena normalizzazione della dinamica democratica basca.

La legislatura

La conferma del blocco dell’investitura, voluta fin dal principio da Unidas Podemos e negoziata dal governo sotto la guida della ministra delle Finanze María Jesús Montero, ha finito con lo schiacciare nuovamente Ciudadanos all’opposizione, nel blocco delle destre. Sánchez, pressato dal suo vicepresidente Pablo Iglesias e dalla logica matematica, dopo avere fatto appello a tutti i partiti a sommarsi a un bilancio straordinario per la straordinarietà della situazione, è stato costretto a scegliere gli alleati per questa legislatura e ora può davvero ambire a completarla. Il suo futuro dipenderà dalla gestione socio-economica della fase post-pandemica e dall’esito delle prossime elezioni catalane, dalla volontà di dialogo del governo spagnolo sul conflitto catalano e dalle sue iniziative per fare uscire dal carcere i leader indipendentisti. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Dicembre 2020, 19:07
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