I russi avanzano nel Donbass. Il generale Battisti: «Così Putin li vuole chiudere in una sacca»

«Inoltre l'offensiva russa si manifesta ora con maggiore professionalità rispetto all'inizio del conflitto»

La Russia avanza nel Donbass, il generale Battisti: «Ucraini chiusi in una sacca»

La Russia avanza con efficacia nel Donbass, dopo aver superato le difficoltà iniziali. L'esercito di Putin sta mettendo in difficoltà quello di Kiev, costretto alla ritirata in più città. Il generale Giorgio Battisti, del Comitato Atlantico italiano, ha detto la sua sulla situazione nell'est dell'Ucraina: «L'offensiva russa prosegue e sta concentrando gli sforzi sull'area del Donbass nel tentativo di chiudere nella sacca che va da Izyum, località contesa con le forze ucraine perché è quella che consente il più rapido passaggio sul fiume Seversky Donets, fino a Popasna. I russi, che stanno lentamente ma gradualmente avanzando nel Donbass, contano di chiudere le forze ucraine lì schierate che stanno resistendo bene anche grazie agli aiuti occidentali e sperano di poter prendere a loro volto l'iniziativa a breve».

«Inoltre l'offensiva russa si manifesta ora con maggiore professionalità rispetto all'inizio del conflitto: rispetto alle prime unità inviate impreparate e con l'impiego di militari di leva, ora la Russia sta ricorrendo a unità più preparate e professionali. La situazione sul campo quindi lascia ben poche speranze ad un cessate il fuoco o ad una tregua perché entrambe gli schieramenti pensano di poter prevalere gli uni sugli altri. - ha aggiunto Battisti - È possibile che una volta che le forze russe siano in grado di assestarsi nella regione del Donbass, allora forse Mosca potrebbe essere più disponibile ad accettare dei colloqui. È certo che Putin non cederà mai la Crimea e non lascerà che l'area del Donbass e il resto della regione finiscano in mano ucraina».

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I russi avanzano nel Donbass

«Al di là del della situazione sul campo è necessario comunque tenere conto delle iniziative che vengono intraprese come tentativi per fermare le armi. Iniziative che però a mio avviso stanno sempre più globalizzando il conflitto russo-ucraino. - ha sottolineato Battisti - Al di là dei tentativi, come quello italiano di un piano di pace, che al momento non sembra aver riscosso molte attenzioni, bisogna vedere se i due protagonisti vogliono sedersi ad un tavolo dato che si sono accusati l'un l'altro dei crimini più efferati, e nefasti. Da evidenziare poi che l'Ue non riesce a trovare ancora una posizione unita sulle sanzioni sul gas e sul petrolio».

«In questo momento però c'è un'esigenza più importante, più forte: evitare una crisi alimentare, in particolare per i paesi più deboli.

Si parla della creazione di una coalizione di volenterosi per organizzare una forza navale che tolga il blocco al porto di Odessa e scorti le navi cariche di grano fuori dal Mar Nero, al fine di evitare una catastrofe alimentare globale. Ma mi chiedo con quali accordi, con quali regole di ingaggio visto che non si è trovata un'intesa per la no fly zone sui cieli dell'Ucraina. E poi è necessario tenere conto della posizione della Turchia che sembra non voglia sbilanciarsi a favore di uno dei due contendenti», ha concluso Battisti.

Bertolini: resa Azovstal decisiva

«La resa del battaglione Azov all'interno dell'acciaieria di Mariupol rappresenta probabilmente un momento di svolta, ora le prospettive per i russi di concentrare i loro sforzi nell'area di Sloviansk, quindi ampliando l'area di controllo delle due repubbliche del Donbass, sono migliorate». Lo ha affermato il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, sull'attuale situazione del conflitto in Ucraina. «Ora i russi possono concentrare le loro forze in quell'area che è strategica - ha precisato Bertolini - e per avere il controllo delle due repubbliche è necessario eliminare la minaccia delle unità ucraine che le fronteggiano lungo il confine ad ovest».

«E sempre la resa delle forze ucraina a Mariupol sembra aver rimesso in movimento quel fronte silenzioso o silenziato di chi auspicava una trattativa. - ha aggiunto Bertolini - Abbiamo visto che anche Kissinger a Davos ha preso posizione da questo punto di vista, dicendo appunto che bisogna arrivare ad auna trattativa. Anche se non ci sono ancora le condizioni, comunque se ne parla con maggiore intensità e questo anche perché è cambiata la situazione tattica sul terreno. Anche l'Italia ha presentato un suo piano e mi pare di aver capito che i russi lo hanno rifiutato perché lo considerano influenzato da quella che è la narrativa ucraina, da ciò che i russi sostengono essere le menzogne ucraine».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Maggio 2022, 20:48
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