Infrastrutture di comunicazione, raffinerie di petrolio, depositi per razzi e artiglierie e addirittura società aerospaziali e di difesa: sono diverse le strutture che, in Russia, nel corso degli ultimi mesi, sono state interessate da incendi ed esplosioni. Eventi dalla dinamica poco chiara per i quali, in alcuni casi, non è ancora stata definita la causa. Putin è sotto attacco interno, vittima di sabotaggi, o è alle prese con le azioni dell'intelligence di Kiev.
Putin, le esplosioni agitano il Cremlino
Non ci sono ancora certezze su chi lo scorso 12 aprile ha fatto saltare in aria il ponte ferroviario di Shebekino situato a circa tre chilometri dal confine ucraino e fondamentale per spostare uomini e mezzi dalla Russia all’Ucraina. Nessuno ha mai rivendicato l’attacco.
A Bryansk, a circa cento chilometri dal territorio ucraino, mesi fa erano andati a fuoco due depositi di carburante. Le autorità russe avevano parlato di un possibile attacco missilistico da parte delle forze di Kiev, anche se l’Ucraina non ha mai confermato l’attacco. E sono decine anche i commissariati russi che hanno subito attacchi nel corso degli ultimi mesi.
Si tratta davvero di attacchi da parte dell’Ucraina o di episodi di sabotaggio portati avanti da dissidenti russi? Potrebbe anche trattarsi di atti compiuti da entrambe le parti.
La guerra non convenzionale
Come spiega a Insider un membro delle forze speciali dell'esercito degli Stati Uniti addestrate per la guerra non convenzionale e le operazioni speciali, una campagna di guerra non convenzionale potrebbe assumere diverse forme. All'inizio può causare disservizi e questo avviene quando si prendono di mira ad esempio le linee di rifornimento. Successivamente gli attacchi iniziano a riguardare obiettivi come convogli militari ma anche strutture e aree di comando e controllo.
Le ultime mosse di Putin hanno dimostrato che la Russia è in difficoltà e che fa fatica anche a controllare il suo territorio sul quale potrebbe subire attacchi in qualsiasi momento.
Il report del New York Times
Il New York Times, in un report pubblicato lo scorso giugno e basato sulle informazioni fornite da tre fonti, ha spiegato che all’interno dell’Ucraina hanno operato decine di commando provenienti da paesi quali Regno Unito, Francia, Canada e Lituania.
Sicuramente, le missioni di addestramento dell’esercito ucraino guidate dai paesi Nato a partire dal 2015 hanno permesso a Kiev di resistere alle forze russe e portare avanti una controffensiva.
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Settembre 2022, 19:16
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