Covid, a Pechino tornano in lockdown 500 mila persone: test di massa per azzerare i rischi di un focolaio

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di Mario Landi

Di nuovo in lockdown, a un anno dal primo. Più di mezzo milione di persone sono tornate in lockdown a Pechino per i timori di un focolaio di Covid, negli sforzi delle autorità per arginare i rischi nella capitale e in vista della festività del Capodanno lunare che parte dal 12 febbraio. Tutti i villaggi rurali nel distretto di Shunyi, alla periferia nord e vicino all'aeroporto, sono bloccati per almeno tre giorni, fino al completamento del nuovo ciclo di test di massa. Presentando il piano, Zhi Xianwei, funzionario della municipalità, ha riferito che 518 mila residenti su un totale di 1,2 milioni non saranno autorizzati a lasciare i villaggi fino al completamento dei test.

Gli esperti messi in campo non hanno ancora identificato la causa del focolaio, ma un caso asintomatico confermato domenica è stato quello di un autista di un servizio di tipo Uber. Pechino ha segnalato una nuova infezione lunedì e ha registrato in tutto 32 trasmissioni locali di Covid a partire dal 19 dicembre, principalmente a Shunyi. I residenti dell'area hanno già completato una serie di test di massa a fine dicembre, quando anche sei villaggi e un parco industriale sono stati bloccati, mentre ai servizi di consegne a domicilio è stato impedito l'accesso alle zone residenziali. Malgrado il focolaio sia più modesto di quello registrato a Pechino a fine giugno, con oltre 300 infezioni, la municipalità punta a mettere in sicurezza la città prima della lunga vacanza del Capodanno lunare di febbraio. Il governo di Pechino ha annullato numerosi eventi e ha esortato i residenti a non lasciare la città durante il periodo festivo per ridurre al minimo il rischio di diffusione delle infezioni.

Pechino, le aree a rischio

Le autorità di Pechino hanno designato un'altra area a medio rischio epidemico per la Covid, portando a nove il numero di zone della città inserite in questa categoria.

Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa Pang Xinghuo, vicedirettrice del centro di Pechino per il controllo e la prevenzione delle malattie. A partire da oggi, ha spiegato la funzionaria, il villaggio di Lianzhuang, del distretto di Shunyi, è stato trasformato in una regione a medio rischio epidemico. Delle nove aree a medio rischio della capitale, ha rivelato Pang, otto si trovano nel distretto di Shunyi e una nel distretto di Chaoyang.

In particolare, solo tra sabato 9 e domenica 10, a Pechino sono stati segnalati 2 casi confermati di Covid trasmessi a livello locale e 5 asintomatici, tutti appartenenti alla stessa famiglia nel villaggio di Lianzhuang del distretto di Shunyi. Dopo un sequenziamento dell'intero genoma virale, ha svelato la funzionaria alla stampa, è stabilita un'elevata probabilità che i contagi condividano la stessa fonte di infezione degli ultimi casi registrati nel distretto. Non vi è alcun collegamento evidente, ha precisato Pang, con l'attuale ondata epidemica nella provincia di Hebei.

Secondo Zhi Xianwei, vice capo esecutivo del governo distrettuale di Shunyi, tra le 432 persone entrate a stretto contatto con la famiglia contagiata, quelle di Shunyi sono state messe in quarantena in una serie di località designate. Il governo distrettuale, ha proseguito Zhi, hanno anche informato le autorità delle regioni in cui vivono le altre persone entrate a stretto contatto con i contagiati. «Un'indagine epidemiologica tempestiva, completa e rigorosa è la chiave per la vittoria nella lotta contro l'epidemia», ha ribadito il funzionario distrettuale. L'uomo risultato positivo il 9 gennaio alla Covid, secondo Zhi, aveva nascosto il proprio itinerario di viaggio e si era rifiutato di collaborare con le autorità sanitarie nel corso della conseguente indagine epidemiologica. Zhi Xianwei ha invitato tutti i residenti di Shunyi ad adempiere alle proprie responsabilità nel contenimento dell'epidemia e a recarsi nei luoghi deputati per sottoporsi a tampone molecolare.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Gennaio 2021, 22:12
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