Patto Merkel-Macron, svolta sugli aiuti. Conte prenota 100 miliardi per l'Italia: «Ma la trattativa rimane lunga»

Patto Merkel-Macron, svolta sugli aiuti: Conte prenota 100 miliardi per l'Italia

di Alberto Gentili
ROMA «Un primo passo importante», «un buon punto di partenza». Giuseppe Conte ufficialmente si mostra cauto nel giorno in cui Angela Merkel ed Emmanuel Macron stringono il patto sul recovery fund e di fatto sui Covid-bond: cinquecento miliardi a fondo perduto, di cui all'Italia dovrebbero andare «circa cento miliardi», come garantiscono fonti di palazzo Chigi. La cautela è dettata dalla consapevolezza che la mossa franco-tedesca «instrada la trattativa nella direzione giusta, ma che la battaglia» per portare a casa i 100 miliardi, «è ancora lunga, anche se ora la via appare più in discesa».
Della mossa storica - che apre la strada a titoli di debito comune osteggiati da decenni dai tedeschi e cade nel giorno in cui l'emissione dei Btp-Italia anti-Covid si è rivelata un successo con lo spread crollato di 20 punti - Conte è venuto a sapere domenica sera con a una telefonata con Macron. Poi ne ha avuto conferma ieri mattina grazie a uno scambio di messaggi con il presidente francese e la cancelliera tedesca, con cui oggi il premier approfondirà la questione in un colloquio (sempre in remoto).

Merkel e Macron svelano piano da 500 mld per l'Europa
Francia-Germania: sì al recovery fund da 500 miliardi. Palazzo Chigi: buon punto partenza

Nel governo italiano c'è soddisfazione: si parla di «gran risultato», di «successo inatteso e insperato». Anche perché potrebbe allontanare l'amaro calice del ricorso al Fondo salva Stati (Mes). Certo, il Parlamento europeo e Roma avevano chiesto «almeno mille miliardi», però 500 miliardi «tutti a fondo perduto» sono tanti. E sono «molti di più di quanto volessero concedere i Paesi nordici che, tra l'altro, parlavano e continuano a parlare solo di prestiti».
Proprio il muro alzato dai Paesi del Nord, che ancora domenica chiedevano di mettere nel recovery fund non più di 300 miliardi (tutti in prestiti, zero sussidi), e il fatto che «il negoziato è ancora in corso», consiglia a Conte di non cantare ufficialmente vittoria.
Così il premier twitta: «La proposta franco-tedesca (500 miliardi a fondo perduto) è un primo passo importante nella direzione auspicata dall'Italia. Ma per superare la crisi e aiutare imprese e famiglie serve ampliare il recovery fund. Siamo fiduciosi in una proposta ambiziosa da parte della Commissione europea», che arriverà il 27 maggio ma che già si annuncia in linea (naturalmente) con il piano di Germania e Francia.

E così da palazzo Chigi dettano un comunicato dove l'esultanza è dispensata a piccole dosi: «Quanto dichiarato da Macron e Merkel rappresenta un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall'inizio auspicata dall'Italia. Questa posizione è evidentemente il frutto del lavoro congiunto con altri partner europei, in primis l'Italia, in vista della proposta della Commissione europea sul recovery fund». Ancora, sempre all'insegna della cautela: il piano «franco-tedesco recepisce importanti elementi portati avanti da Francia, Italia ed altri Paesi quanto a trasferimenti e meccanismo di anticipo delle risorse, il cosiddetto frontloading. Una dimensione di 500 miliardi di soli trasferimenti è senz'altro un buon punto di partenza, da cui si può partire per rendere ancora più consistente il recovery fund che non va rivisto al ribasso, ma semmai ampliato». Non manca un grazie alla Merkel che ha abbandonato i Paesi del Nord, contrari alla condivisione del debito e alle sovvenzioni: «La proposta rivela uno sforzo da parte tedesca che merita di essere rimarcato».

LA TRATTATIVA SEGRETA
Nella trattativa sotterranea degli ultimi giorni, Conte aveva chiesto un fondo da mille miliardi sperando in realtà in un punto di caduta di 700-800 miliardi. «In più fino a tre-quattro giorni fa», spiegano fonti di palazzo Chigi, «due-terzi di quei 700-800 miliardi erano prestiti e solo un terzo a fondo perduto. Vale a dire: 200-250 miliardi di sovvenzioni. Invece ora si parla di 500 miliardi a fondo perduto, di cui all'Italia dovrebbe andare tra il 20 e il 23%, perché non si userà la chiave di ripartizione classica che assegnerebbe al nostro Paese il 16%. Come hanno detto Macron e Merkel, i fondi andranno alle aree più colpite dalla pandemia. Ebbene, l'Italia è senza dubbio tra queste e avrà diritto a non meno di 100 miliardi che non andranno a incidere, a differenza dei prestiti come il Mes, con un solo euro sullo stock del debito».
Adesso il punto è riuscire a difendere la cifra. Perché la proposta di Francia e Germania dovrà essere rilanciata dalla Commissione e perché i Nordici annunciano battaglia. Da qui la cautela, la richiesta di ampliare il fondo. E la volontà di ottenere l'approvazione del bilancio comunitario entro luglio, in modo da incassare la sovvenzione da 100 miliardi tra settembre e novembre, grazie al meccanismo del frontloading.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Maggio 2020, 10:54
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