L’obiettivo è vaccinare il 90 per cento della popolazione. Dopo avere trasformato il Paese in una vera e propria fortezza nei giorni più drammatici della pandemia, riuscendo in un primo momento a evitare i contagi, il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha dovuto cambiare strategia, visto che il Covid imperversa, soprattutto a Auckland. L’arrivo della variante Delta ha reso necessario «un nuovo approccio», ha spiegato la Ardern: nella lotta al virus diventa fondamentale la campagna vaccinale. Dopo avere reso obbligatoria l’immunizzazione per il personale sanitario e scolastico, la politica «no jab, no job» (tradotto: «niente vaccino, niente lavoro») viene estesa anche ai mestieri a contatto con il pubblico.
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Le persone che lavorano presso parrucchieri, palestre, saloni di bellezza, bar e ristoranti, in caso di mancata vaccinazione, rischiano di perdere il posto.
Intanto la città di Auckland resta in lockdown. Secondo le stime del governo, entro la fine di novembre il 90 per cento della popolazione dovrebbe essere stato vaccinato. Nel Paese è stato adottato un sistema “a semaforo” per indicare i livelli di allarme: Auckland è la prima città diventata “rossa”. «Grazie al nuovo sistema a semaforo, le aziende che in precedenza consideravamo ad alto rischio, come i ristoranti, i parrucchieri e le palestre, potranno operare a tutti i livelli se chiedono ai clienti di esibire il certificato vaccinale», ha affermato la Ardern.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Ottobre 2021, 16:50
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