Meloni, telefonata con Zelensky: sul tavolo difesa aerea e ricostruzione. Il premier: «Pronta a recarmi a Kiev, a lui ho chiesto di venire a Roma»

Meloni a Zelensky: difesa aerea e ricostruzione Il premier: «Pronta ad andare a Kiev, lui a Roma»

di Alberto Gentili

Nuova telefonata tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky. Il menu del colloquio: la fornitura di sistemi di difesa aerea a Kiev per difendersi dagli attacchi missilistici e aerei di Mosca, la ricostruzione dell’Ucraina nella quale l’Italia intende avere un ruolo da protagonista. E la promessa di uno scambio di visite: Meloni a Kiev, Zelensky a Roma.
Il primo a dare l’annuncio della telefonata è stato il presidente ucraino, fresco della missione a Washington da Joe Biden dove ha incassato la promessa di una fornitura dei missili Patriot e di un sostegno militare da 1,8 miliardi di dollari. Ecco il tweet di Zelensky: «Ho ringraziato Giorgia Meloni per la solidarietà e il supporto all’Ucraina. Ho lodato lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti. Meloni mi ha informato che si sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini. Abbiamo discusso del piano di pace».

LA NOTA

A stretto giro, dopo una decina di minuti, palazzo Chigi ha confermato la telefonata, aggiungendo qualche dettaglio in più: «Il cordiale colloquio ha fatto seguito alla conversazione telefonica che Meloni e Zelensky avevano avuto il 28 ottobre. Meloni ha rinnovato il pieno sostegno del governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina». Ancora: «Meloni ha ribadito il massimo impegno dell’Italia per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione ucraina». Infine, «il presidente del Consiglio ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e ha invitato il presidente Zelensky a venire in visita a Roma».

Non è un caso che palazzo Chigi ponga l’accento sulla ricostruzione del Paese devastato dall’invasione russa e dai bombardamenti ordinati da Vladimir Putin. Come ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la ricostruzione dell’Ucraina è per l’Italia una priorità: «Le reti e le infrastrutture bombardate dai russi andranno ricostruite in fretta perché l’Ucraina è e sarà sempre più un Paese europeo. L’Europa la assisterà e noi ci prepariamo a questo dossier. Le imprese italiane sono pronte». Una linea condivisa dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «Stiamo aiutando gli ucraini in ogni modo possibile.

Quest’anno abbiamo mobilitato oltre 19 miliardi di euro a sostegno di Kiev. E ne arriveranno altri. Tutti i Paesi dell’Ue hanno accettato la nostra proposta di destinare altri 18 miliardi di euro in assistenza macro-finanziaria all’Ucraina il prossimo anno. Soldi erogati regolarmente, per aiutare le riparazioni urgenti e aprire la strada alla ricostruzione. Una ricostruzione che porterà l’Ucraina sulla strada dell’Unione europea».

LA DIFESA MISSILISTICA

Più complessa la questione dell’invio di batterie anti-missile e anti-aeree. Non perché manchi la volontà politica, ma perché l’Italia per fornire a Kiev i missili Aspide e Samp/T dovrebbe ricorrere al proprio arsenale e dunque ridurre il sistema di difesa nazionale. Ma Meloni, determinata a sostenere l’Ucraina, secondo fonti di governo farà di tutto per dare a Zelensky le armi che chiede. Anche perché la premier è descritta «inorridita» dagli attacchi russi a civili, scuole, ospedali, centrali elettriche.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Dicembre 2022, 10:14
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