Mamma massacra di botte il figlio adottivo di 3 anni e lo uccide, poi racconta: «È caduto»

Mamma massacra di botte il figlio adottivo di 3 anni e lo uccide, poi racconta: «È caduto»

di Federica Macagnone
Le ferite sul corpo di Fabian Garcia avevano poco a che vedere con una caduta. I tagli sul volto, i lividi sul corpo e quella terribile ferita alla testa non potevano essere frutto di un incidente. Il bimbo di tre anni di South Kohala, nelle Hawaii, è morto il 25 luglio 2017 poco dopo essere stato portato in ospedale dalla madre affidataria, Chasity Alcosiba-McKenzie, 45 anni, che aveva raccontato di aver trovato il bimbo in una pozza di vomito, coperto da tagli e contusioni.

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Da allora la famiglia d'origine di Fabian attende la verità da un processo che si concluderà a gennaio del prossimo anno. La donna che si doveva prendere cura di lui è imputata per omicidio di secondo grado: secondo il pm ha picchiato così ferocemente Fabian da ucciderlo. Lo confermano i tagli e le contusioni sul corpo e quel trauma devastante alla testa, sferrato con un colpo contundente che gli aveva provocato la rottura dei vasi sanguigni degli occhi. La madre adottiva aveva inizialmente affermato che il piccolo era caduto due settimane prima da un banco, ma poi aveva cambiato versione e aveva raccontato che Fabian si era ferito mentre giocava con gli occhiali per la realtà virtuale. Ma la famiglia è convinta che il piccolo fosse da tempo vittima di abusi.
 
«Negli ultimi due anni e mezzo, la famiglia Garcia è rimasta bloccata in un purgatorio, in attesa che l'assassina di Fabian fosse ritenuto legalmente responsabile della sua morte - ha dichiarato l'avvocato della famiglia, Jeffrey Foster - Quello che è successo è un monito e deve servire come atto d’accusa contro il sistema di affidamenti delle Isola Hawaii. La famiglia spera che la morte di Fabian comporti cambiamenti attesi da tempo nel sistema di affido e un impegno delle risorse finanziarie necessarie per proteggere i bambini». Non è chiaro perché il piccolo e il fratellino minore fossero stati dati in affidamento.
 
La famiglia di origine del piccolo adesso chiede interventi legislativi per far sì che la morte di Fabian non sia stata vana. «Non vogliono che un'altra famiglia debba sopportare la perdita di un bambino dato in affidamento a persone che non sono in grado di proteggerlo» ha concluso l’avvocato. Alcosiba-McKenzie comparirà in tribunale il prossimo 7 gennaio. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Novembre 2019, 19:18
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