Libia, Cdm approva il decreto missioni: embargo e blocco delle armi
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È quantomeno controverso che l'operazione possa superare i raid aerei Nato del 2011 avviati dalla Francia nel marzo di quell'anno aprendo la crisi libica che continua a peggiorare e che da oltre un anno è connotata dal vano attacco-assedio di Haftar a Tripoli in cui è impiantato il governo del premier Fayez al-Sarraj. L'uomo forte della Cirenaica, dopo aver perso la costa fra Tripoli e la Tunisia ad aprile, lunedì scorso ha dovuto abbandonare la strategica base aerea di al-Watiya. È un fatto però che il ministro dell'Interno dell'esecutivo libico, Fathi Bashagha, ha rivelato che sei caccia Mig-29 e due cacciabombardieri Sukhoi-24 decollati da una base russa in Siria sono ora nell'est della Libia, dove impera Haftar. Sul trasferimento starebbero già indagando esperti Onu.
Assieme all'annuncio di Jaroushi e alla rivelazione di Bashagha, è arrivato l'avvertimento di Ankara: «In caso di attacchi contro gli interessi turchi in Libia, le conseguenze sarebbero molto pesanti e le forze del golpista Haftar sarebbero considerate obiettivi legittimi», ha affermato il ministero degli Esteri turco.
In un colloquio telefonico, il ministro Luigi Di Maio e il segretario di Stato Usa Mike Pompeo - oltre che di coronavirus - hanno discusso soprattutto di Libia, ribadendo la loro preoccupazione per l'intensificarsi delle ostilità. I capi delle due diplomazie hanno ribadito pure la necessità sia di una tregua umanitaria immediata, sia della cessazione delle interferenze straniere. Il clima è così teso che - in uno schizofrenico gioco delle parti - subito i ministri degli Esteri di Russia e Turchia, Serghiei Lavrov e Mevlut Cavusoglu, si sono espressi a favore di un cessate il fuoco immediato e della ripresa «di un processo politico sotto l'egida dell'Onu». I due Paesi sono sui fronti opposti della guerra per procura in cui si sta trasformando la crisi libica, con Emirati Arabi, Egitto (in maniera palese) e Russia (attraverso mercenari del gruppo Wagner e batterie contraeree Pantsir) che appoggiano Haftar mentre Turchia e Qatar sono i più esposti a sostegno di Sarraj, riconosciuto peraltro dalle Nazioni Unite e al momento con il vento in poppa nella controffensiva militare delle milizie che lo sostengono.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Maggio 2020, 00:02
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