«Free the leopards», liberate i leopardi. A Berlino migliaia di persone hanno manifestato chiedendo al cancelliere Scholz di consentire l'invio dei potenti carri armati Leopard 2 al'Ucraina per difendersi dall'aggressione russa.
Nel vertice di Ramstein dell'altro giorno Stati Uniti e molti paesi europei hanno fatto pressioni sulla Germania perché rimuovesse il veto sui Leopard. Tutto inutile. Il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha sbottato: «Il sangue ucraino viene versato per davvero. Questo è il prezzo dell'esitazione nella consegna dei Leopard». Senza il via libera tedesco anche altri paesi, in possesso dei carri armati prodotti dalla Germania, non possono inviare i Leopard a Kiev.
Il rifiuto tedesco
Ma allora perché Scholz si rifiuta di rimuovere il veto? Prima di tutto, teme la reazione dell'opinione pubblica tedesca, divisa sulla guerra in Ucraina.
I timori
Scholz teme, nella sostanza, una escalation con la forniture dei Leopard, anche alla luce delle minacce più volte arrivate da Mosca. Ma appare difficile, con i russi che stanno guadagnando posizioni a Bakhmut, che alla fine Berlino non sia costretta a cedere o, quanto meno, a tollerare che altri stati consegnino i Leopard a Kiev. In Polonia l'addestramento dei soldati ucraini per imparare a utilizzare questi mezzi è già cominciato.
Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Gennaio 2023, 08:15
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