Kazakistan, la mossa che spiazza Putin: un oleodotto per trasportare petrolio in Europa (senza passare dalla Russia)

Se il Kazakistan riuscisse davvero a diventare un valido fornitore alternativo, i russi vedrebbero il proprio "ricatto energetico" sull'Ue andare in frantumi

La mossa del Kazakistan spiazza Putin: petrolio in Ue senza passare dalla Russia

di Alessio Esposito

Non solo Ucraina, per Putin e la Russia si apre un nuovo fronte: quello del Kazakistan. Non una guerra in senso stretto - almeno per ora - ma una battaglia a colpi di accordi e sanzioni, che rischia di rovinare i piani del Cremlino. Il Kazakistan ha infatti deciso di ritirarsi dall'accordo della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi) sulla circolazione monetaria interstatale, che promuove la cooperazione economica fra le repubbliche ex sovietiche che fanno parte dell'organizzazione. Lo ha ufficializzato il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, secondo quanto riportano i media locali.

Cosa succede fra Russia e Kazakistan

La decisione del Paese eurasiatico arriva in un momento di grande tensione con la Russia e potrebbe rappresentare un segnale di rottura. Putin ha infatti chiuso per 30 giorni il Caspian Pipeline Consortium, uno dei più grandi oleodotti al mondo, che trasporta petrolio dal Kazakistan alla costa russa del Mar Nero, ufficialmente per «violazioni ambientali». La decisione è stata però impugnata dal consorzio kazako, che dal 6 luglio ha ripreso le esportazioni nonostante il divieto. Il mese scorso la Russia aveva interrotto le spedizioni di petrolio kazako attraverso il terminal del porto di Novorossijsk, in quel caso per permettere lo «sminamento» dell'infrastruttura.

La tensione sull'asse Mosca-Astana è esplosa all'indomani delle dichiarazioni del presidente Tokayev al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in cui annunciava l'impossibilità da parte del Kazakistan di riconoscere le autoproclamante "Repubblica popolare di Donetsk" e "Repubblica popolare di Luhansk".

Da allora Putin ha cominciato a chiudere i rubinetti al Paese eurasiatico, che a sua volta ha deciso di non restare a guardare. 

 

Kazakistan, un oleodotto per trasportare petrolio in Europa (senza passare da Mosca)

Ma oltre all'uscita dall'accordo sulla circolazione monetaria, Tokayev starebbe pensando alla costruzione di un nuovo oleodotto in grado di trasportare petrolio in Europa senza passare per la Russia. Una mossa che, se confermata, segnerebbe un punto di non ritorno nei rapporti fra i due Paesi. Del resto la strategia di Putin fa leva sul monopolio pressoché assoluto delle risorse energetiche necessarie all'Europa per sopravvivere. E se il Kazakistan diventasse davvero un valido fornitore alternativo, allora i russi rischierebbero di vedere il proprio "ricatto" sull'Ue andare in frantumi. Secondo media internazionali, il nuovo oleodotto kazako attraverserebbe il Mar Caspio, passando per Azerbaijan, Georgia e Turchia, in modo tale da arrivare al Mar Nero senza passare sul suolo russo.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Luglio 2022, 09:00
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