Jack Palladino, il detective dei vip morto durante un'aggressione: con una foto incastra i suoi assassini

Jack Palladino, il detective dei vip morto in un'aggressione: con una foto incastra i suoi assassini

di Anna Guaita

L'investigatore privato che aveva aiutato Bill Clinton nei suoi scandali sessuali, nonché attori e altre personalità famose, è morto a San Francisco per un'aggressione. Jack Palladino era andato in pensione da appena un anno e con la moglie stava facendo piani per lunghi viaggi intorno al mondo. Dopo decenni passati sulla breccia, come la più famosa coppia di investigatori privati degli Stati Uniti, Jack e Sandra erano a casa la sera di cinque giorni fa, quando lui ha visto per strada degli individui sospetti e si è precipitato fuori per fotografarli.
Il coraggio e il fiuto questa volta gli sono però stati fatali. C'è stata una colluttazione, i due sospetti hanno cercato di rubargli la macchina fotografica, ma Jack non ha ceduto. Malmenato e preso a pugni, l'investigatore è caduto per terra e ha battuto la testa, ma è rimasto cosciente abbastanza da mettere in mano alla moglie la macchina fotografica con le immagini dei due uomini che stavano fuggendo in automobile, e che sono stati catturati due giorni dopo.

Covid, morto a 100 anni Tom Moore: era il veterano eroe inglese della pandemia


INVESTIGATORE MODERNO
Sandra ha poi detto: «Jack ha puntato il dito sui propri assassini, ha risolto lui il caso». Ricoverato, Jack è rimasto in coma quattro giorni, ed è spirato due giorni fa senza riprendere conoscenza. Jack Palladino apparteneva alla famosa scuola di investigatori moderni lanciata negli anni Settanta dal leggendario Hal Lipset, che aveva introdotto la tecnologia più avanzata nelle indagini private. Jack aveva una laurea in scienze politiche e una in legge, e aveva superato l'esame per diventare avvocato.
Eppure, il primo lavoro che accettò fu di fingersi un ladro di pellicce, per aiutare a debellare un circuito di corruzione fra prigionieri e guardie carcerarie in una prigione di New York. Nel 1977 insieme alla moglie Sandra, lasciò Lipset e aprì la sua agenzia di investigazioni a San Francisco. E la coppia si fece presto un nome, paragonata spesso alla coppia Nick e Nora Charles, creata dallo scrittore Dashiell Hammett. Lei era minuta, delicata, fine, australiana, lui era grande e grosso e atletico con dei baffoni neri, e un carattere irruente, con un accento bostoniano appena colorito di un pizzico di siciliano che gli veniva dai genitori.
Insieme, i due hanno lavorato in casi famosi e spesso di posizioni opposte, come la difesa degli Hell's Angels e poi delle Pantere Nere, due gruppi che non possono essere più all'opposto uno dell'altro. Hanno anche lavorato per proteggere il buon nome di Jeffrey Stephen Wigand, la talpa che denunciò le società del tabacco per le loro manipolazioni delle sigarette al fine di renderle i fumatori più dipendenti. Hanno prestato servizi di investigazione per attori come Kevin Costner e Don Johnson, i rapper MC Hammer e Snoop Dogg, nonché Bill Clinton e il produttore hollywoodiano Harvey Weinstein.
LE CRITICHE
Proprio per questi due ultimi vip, Palladino si è guadagnato critiche per le maniere pesanti nel tentativo di screditare le testimonianze di donne che denunciavano sia Clinton che Weinstein. Nel caso dell'ex presidente, Jack fu assunto per indagare su Gennifer Flowers, la cantante di night che sosteneva di aver avuto un rapporto con Bill. L'investigatore sguinzagliò i suoi uomini nell'Arkansas riuscendo a racimolare informazioni dannose per il buon nome della donna.
Quando anni dopo Clinton finalmente ammise che la relazione c'era stata, Gennifer era oramai diventata nota come una donna con un passato promiscuo e bugiarda. La stessa tattica Palladino l'ha provata con le attrici che accusavano Weinstein, ma i tempi erano già cambiati e le sue indagini hanno semmai avuto effetto contrario.
Anna Guaita
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Febbraio 2021, 07:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA