Israele, gli scontri tra ebrei e arabi nelle città miste: il rischio guerra interna

Scontri tra ebrei e arabi nelle città miste Rischio guerra interna

di Simona Verrazzo

Fronte interno, così il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito la spirale di violenza che si è scatenata in numerose città miste, quelle dove tradizionalmente vivono assieme la popolazione ebraica e quella araba. Una convivenza spesso pacifica, dove religioni e lingue si mescolano tra ebrei, musulmani, cristiani, drusi. In questi giorni la situazione è precipitata aprendo un fronte sì interno ma difficilissimo da gestire.
Le violenze si sono spinte fino al nord, ad Haifa, città costiera considerata la capitale intellettuale del paese. Lì arabi hanno appiccato il fuoco alle automobili parcheggiate sotto un edificio abitato da ebrei ortodossi, intossicando 60 persone. Per l'episodio sono state arrestate otto persone.


Gli assalti -  A Giaffa, alle porte di Tel Aviv, un giovane soldato israeliano di 19 anni è stato gravemente ferito, riportando un'emorragia cerebrale, dopo essere stato picchiato da un gruppo di arabi.
Con le stesse modalità a Lod due civili sono stati assaliti, così come un poliziotto nella località di Ramle. È proprio da Lod che è scattata, lunedì, la rabbia della popolazione araba contro quella ebraica, tanto che il presidente israeliano, Reuven Rivlin, ha parlato di pogrom.

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L'epicentro - Sempre a Lod anche ieri, per il secondo giorno consecutivo, il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha imposto il coprifuoco, prolungando lo Stato di emergenza in città per altre 48 ore, mentre un'altra sinagoga, la quinta, è stata data alle fiamme. Lod epicentro delle violenze etniche, così riportano i media locali, dove più volte è stata sfiorata la tragedia, come nel caso di una donna araba incinta, colpita alla testa da una pietra ma che, per fortuna, non ha riportato gravi ferite riuscendo poi a partorire senza troppi problemi.
A sud di Tel Aviv è stata presa di mira e picchiata da estremisti della destra israeliana una troupe della tv pubblica Kan: a farne le spese il giornalista Yoav Zehavi e il cameraman Roland Novitzky.


Famiglie aggredite - La situazione è esplosiva ovunque. Nella città araba di Umm Al Fahm, non lontano da Haifa, è stata aggredita una famiglia ebrea entrata per sbaglio nella località. Il sindaco, Samir Mahamid, ha condannato il grave episodio di violenza.
Da nord a sud, in tutto Israele esplode la rabbia della popolazione araba, che riunisce sia musulmani sia cristiani.
Colpito non soltanto i luoghi di culto, ma anche abitazioni e attività lavorative, decine i negozi saccheggiati.

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Sindaci in campo - Ad Acre a essere dato alle fiamme è stato un hotel, mentre nella città araba Kfar Qasim è toccato a due macchine della polizia.
Una violenza fuori controllo di azioni che ne richiamano altre per vendetta. A Bat Yam in uomo arabo è stato trascinato fuori dalla sua auto e picchiato da in gruppo di ebrei.
Un episodio identico, a parti invertite, è accaduto ad Acre.
E nel tentativo di riportare la calma, il ministro della Difesa Ganz ha prima incontrato, mercoledì, i sindaci di 30 città miste', con i quali ha discusso tutti i dettagli della situazione, inviando poi ieri a pattugliarle i riservisti della Polizia di frontiera.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Maggio 2021, 09:53
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