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Alle prese con piogge torrenziali che da giorni battono - anche oggi un morto trascinato dalla acque di un torrente nel nord - Israele non mostra segni di tensione ma in ogni conversazione, anche la più casuale, la crisi con l'Iran è presente. Il premier Benyamin Netanyahu ha oggi convocato per la seconda volta il Consiglio di difesa per valutare la situazione alla luce dei nuovi sviluppi con l'attacco iraniano alle basi Usa in Iraq. Come già successo lunedì scorso nella prima riunione, anche da quella di oggi difficilmente uscirà qualche indiscrezione sulle mosse approntate. Ma il messaggio su come il paese - e il suo governo - intendano muoversi l'ha dato Netanyahu stesso, lontano per un volta dai suoi guai giudiziari e dalle polemiche della campagna elettorale in vista del voto del 2 marzo. «Noi teniamo duro di fronte a chi vorrebbe annientarci. Chiunque cercherà di colpirci - ha ammonito il premier - riceverà a sua volta un colpo estremamente potente».
Soleimani - ha aggiunto - era «l'architetto» responsabile della «morte di numerosissimi innocenti» e ha contribuito a destabilizzare diversi Paesi. «Israele - ha ribadito - si schiera completamente dalla parte degli Stati Uniti».«Nel Medio Oriente - ha proseguito - non c'è un giorno che sia simile ad un altro. La lotta fra moderati ed estremisti prosegue con gran foga. Gli iraniani comprendono che la forza principale dell'Occidente si trova qua, nello Stato di Israele. Israele è un'ancora di stabilità in acque agitate». E non ha dimenticato di ricordare che - a differenza degli anni passati - il fronte arabo non è più così unito nel rifiuto di Israele: «le nostre relazioni col mondo arabo stanno attraversando un cambiamento molto importante, la normalizzazione avanza ad un ritmo senza precedenti».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Gennaio 2020, 06:20
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