Guerra in Ucraina, le notizie di oggi. Donbass, nuova battaglia di terra. E i russi lanciano attacchi dalla centrale nucleare di ​Zaporizhzhia

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Donbass, nuova battaglia di terra. E i russi lanciano attacchi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia

di Marco Ventura

Riparte con la “battaglia dell’autostrada” l’offensiva di terra dei russi dopo la conquista di Lysychansk, e nelle prossime ore si annuncia un aumento degli assalti ai villaggi lungo la T1302 che porta a Bakhmut. Fino a ieri, la “pausa operativa” ordinata da Putin per far riprendere fiato alle truppe stremate dal conflitto, aveva favorito un rallentamento dell’avanzata e degli attacchi. Ma era una pausa per modo di dire, perché i missili russi hanno continuato a piovere dal cielo, dal mare e da terra su obiettivi non solo militari: almeno 54 i target civili contati dalla polizia ucraina nella regione di Donetsk in 24 ore. Una tempesta di fuoco su 12 insediamenti, da Kramatorsk a Bakhmut e Slovyansk, con razzi non guidati, missili R-77, sistemi S-300, a lancio multiplo Tornado-S, Uragan, Grad e Smerch. Colpite 36 case, una scuola, uno stadio, un mercato, una torre dell’acqua, due campi, diverse linee elettriche, un impianto chimico a Avdiivka e la piazza centrale di Kramatorsk. 

LA PREVISIONE

Nei prossimi due giorni ci sarà una più consistente ripartenza di Mosca alla conquista di tutto il Donetsk, spiega l’Institute for the Study of War di Washington. Lo stesso ministro della Difesa russa, Shoigu, ha fatto sapere di avere ordinato alle unità militari nuove operazioni «in tutte le aree operative per escludere la possibilità – ha detto – che il regime di Kiev lanci massicci attacchi di razzi e artiglieria contro infrastrutture civili e residenti degli insediamenti nel Donbass e in altre regioni». Un modo per giustificare la ripresa della campagna. «Dal 15 luglio i russi probabilmente sono riemersi dalla pausa operativa portando avanti una serie di assalti limitati di terra – scrive l’ISW– a nordovest di Slovyansk, a sudest di Bakhmut e a sudovest di Donetsk città». Ma anche se finora non hanno avuto grande successo, che la «pausa operativa» sia alle spalle fa pensare che «nelle prossime 72 ore ci sarà un’estensione degli attacchi», per quanto dieci giorni di sosta non siano stati sufficienti a ricostituire un’adeguata forza d’urto. A nordest di Bakhmut, in particolare, i russi cercano di prendere il controllo dell’autostrada da Lysychansk a Bakhmut.

E ancora bombardamenti su tutta l’Ucraina.

 

Le sirene si sono sentite in mattinata a Kiev. A Dnipro, distrutta una fabbrica di componenti per missili Tochka-U. Razzi su Odessa da un bombardiere strategico Tupolev 95 in territorio russo hanno fatto divampare un incendio enorme in un magazzino. Colpito il circondario di Kharkiv, con morti e feriti. Altre vittime a Nikopol, centrata da 53 razzi Grad. Solo per bombardare Dnipro, scrive su Telegram il capo del Consiglio regionale, i russi hanno sparato sei missili di precisione Kh-101 da 13 milioni di dollari l’uno, per un totale di 78 milioni di dollari. Alcuni attacchi partirebbero dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ma gli ucraini, da parte loro, stanno ricevendo (e usando) lanciarazzi multipli ad alta mobilità Himars, americani, coi quali avrebbero ucciso nei giorni scorsi tre colonnelli della 106ª Divisione aviotrasportata, oltre ad aver distrutto diversi depositi di munizioni. A questo si riferisce Shoigu quando dice che bisogna scongiurare «colpi di reni» dell’Ucraina. 

LE ARMI OCCIDENTALI

I blogger militari russi continuano a criticare i generali su come affrontare gli Himars e le altre armi occidentali. Il problema starebbe nella lentezza con cui vengono identificati i sistemi e poi colpiti. Igor Girkin sostiene che i militari non fanno abbastanza per tagliare le linee di comunicazione su cui arrivano i nuovi armamenti. E Rybar, seguitissimo, osserva che mentre le forze russe in Siria erano riuscite a ridurre il tempo di identificazione e quelle dell’attacco e distruzione con i droni iraniani UAV a soli 40 minuti, nella campagna di Ucraina il pantano è burocratico. Il comando sarebbe sovra-centralizzato e il numero di autorizzazioni necessarie eccessivo. La Casa Bianca sta denunciando lo shopping di droni iraniani da parte dei russi, già per due volte in Iran ad assistere a una dimostrazione per la vendita di droni l’8 giugno e il 15 luglio, all’aeroporto iraniano di Kashan.


Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Luglio 2022, 07:11
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