12 giugno, la nuova data simbolo per la Russia che vuole il «controllo totale». Perché è così importante per Putin?

«Le truppe russe stanno cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk», afferma il capo dell'Amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai

12 giugno, la nuova data simbolo per la Russia che vuole il «controllo totale». Perché è così importante per Putin?

Dopo la data simbolo del 9 maggio, c'è n'è un'altra da segnare sul calendario e che potrebbe avere un significato importante per la guerra. Il 12 giugno si celebrerà il Giorno della Russia, istituito da Boris Elstein nel 1990 quando venne firmata la dichiarazione di sovranità statale, con la quale veniva data priorità alle leggi interne russe rispetto al diritto che regolava l’intera Urss.

«Le truppe russe stanno cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk entro il 12 giugno, data della celebrazione del Giorno della Russia», afferma il capo dell'Amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai su Facebook. Gaidai ha anche riferito che i combattimenti stanno continuando nella città dell'Ucraina orientale di Severodonetsk e negli insediamenti di Hirske e Popasna: «Severodonetsk regge, ma i russi stanno distruggendo tutto. Il mondo russo è un deserto. Il nemico sta cercando di raggiungere questo obiettivo», ha scritto Gaidai.

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L'importanza del 12 giugno

Il 12 giugno è diventato una data simbolo in Russia dopo la caduta del muro di Berlino. Ma per i russi ha acquistato importanza in maniera graduale, diventando come la festa della Repubblica per l'Italia.

Il nome "Giornata della Russia" è stato istituito da Putin nel 2002. Per questo ha un valore importante per il presidente. E i governatori di città conquistate come Kherson e Mariupol si aspettano che i russi possano festeggiare in maniera simbolica in Ucraina, considerato le città prese come nuovo territorio della Russia. 

 

La situazione nel Lugansk

Intanto i circa 800 tra militari e civili rifugiati nello stabilimento chimico Azot, a Severodonetsk, hanno cercato contatti per avviare negoziati. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti, citando un rappresentante dei separatisti del Lugansk. «Ai militanti ucraini nascosti nello stabilimento Azot, è stato spiegato che devono deporre le armi e arrendersi, non si accettano altre condizioni», ha detto l'esponente filorusso.

Il presidente Zelensky però ci tiene a far sapere che gli ucraini non hanno intenzione di abbassare la testa. «Severodonetsk, Lysychansk e altre città del Donbass, che gli occupanti considerano ora gli obiettivi primari, sono ancora in piedi»


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 10:58
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